Politica

Silvio Berlusconi e reddito del quirinale…

Il Capo dello Stato  Sergio Mattarella torna a ribadire alla Sapienza  che presto sarà un ‘ex’. Un Mattarella bis è ormai dunque un’ipotesi fuori gioco, cosa che amplifica le grandi manovre’

Riflettori puntati sulle mosse di Silvio Berlusconi, del quale ha fatto discutere l’elogio al reddito di cittadinanza. Il Cav con la sua apertura sul reddito di cittadinanza ha creato il panico nelle file grilline e forse  vuole pescare nel malessere Cinquestelle in vista della sfida per il Quirinale. Che riesca o meno a raggranellare quei 505 voti che dal quarto scrutinio in poi gli spianerebbero la strada per il Colle più alto della politica è tutto da vedere. Ora c’è quello del quorum e si accinge ad affrontarlo. Ad alleati come Meloni e Salvini deve offrire una candidatura che non appaia ai loro occhi di mera testimonianza. Secondo i calcoli più accreditati, al centrodestra unito mancherebbero una cinquantina di voti.

Alessandro Sorte, ex forzista  transitato  nel gruppo Misto è chiaro: ‘Se Berlusconi fosse il candidato del centrodestra al Colle io lo voterei senza dubbi e penso di poter convincere nel Misto sette o otto deputati a fare altrettanto’. Il Misto conta allo stato 66 componenti che Berlusconi potrebbe presto andare ad esplorare.  Gianluca Rospi, ex grillino strappato a Coraggio Italia,  sarebbe stato avvistato a Villa Grande, residenza ufficio del presidente di Forza Italia.

Giuliano Urbani, già tessera numero 2 ai tempi della famosa discesa in campo, alla dichiarazione di Giorgia Meloni che aveva interpretato come un ‘passo indietro’ l’adesione di Berlusconi all’appello di Letta finalizzato a creare una cabina di regia per mettere al riparo la manovra finanziaria nei passaggi parlamentari. ‘Se vuole che il centrodestra superi bene la prova del Colle per rinforzarsi in vista delle politiche’,  ha detto Urbani, ‘Fdi avrebbe tutto l’interesse a tenere la coalizione più unita possibile per poi arrivare a una condivisione programmatica’.

‘Il centrodestra in Parlamento ha numeri importanti, sicuramente se ci fosse la possibilità di una candidatura del presidente Berlusconi che ad oggi non si è ancora candidato, certamente il centrodestra sarebbe compatto nel votarlo. E’ evidente che si deve andare oltre gli schieramenti ed è comunque un dibattito prematuro’, ha detto il ministro per gli Affari Regionali Maria Stella Gelmini su Rtl 102,5 durante la trasmissione ‘Non stop news’.

Il numero uno del gruppo Ppe all’Europarlamento, Manfred Weber, a  una domanda dei cronisti sull’ipotesi che il leader di Forza Italia possa candidarsi per la Presidenza della Repubblica, ha definito la cosa ‘una considerazione molto ragionevole’: ‘Anche nei momenti difficili in Italia, quando aveva molti movimenti populisti attorno e molti politici usavano l’Europa per incolparla dei problemi italiani, Silvio Berlusconi è stato sempre filo europeo. È un politico chiaramente europeista e ha sempre avuto un approccio filo europeo contro i populismi, che apprezzo. Con il governo di Mario Draghi e la possibilità reale di avere riforme, possiamo davvero dire che Forza Italia sta contribuendo molto al messaggio che l’Italia è tornata. Gli investimenti stanno tornando: è una gran cosa ed è un approccio europeo, grazie alla guida di Silvio e Antonio Tajani’.

Significative anche le parole di Giorgia Meloni: ‘Berlusconi, per come lo vedo io, sulla difesa della sovranità italiana da presidente della Repubblica sarebbe una garanzia. Chiaramente non è così facile, noi non abbiamo da soli i numeri per eleggere un presidente della Repubblica, quindi bisogna cercare delle convergenze e più le figure sono schierate, più può essere difficile trovare convergenze. Ma io ci sto a cercarle, però mi si deve garantire che mentre si fa questo lavoro non c’è qualcuno che tratta con qualcun altro separatamente. Ho chiesto su questa lealtà fino alla fine della partita’.

‘L’appuntamento con l’elezione del Capo dello Stato è sempre problematico per il centrodestra’,  Guido Crosetto che, in un’intervista a Libero, spiega anche il perché: ‘È un appuntamento che è stato sottovalutato e che è sempre problematico per il centrodestra’.

Un centrodestra che non riesce mai a mettere in campo un candidato senza che da sinistra parta la contraerea comunicativa, attaccando etichette e riesumando stereotipi: vanno a ripescare frasi dette vent’anni prima in tutt’ altri contesti, con una capacità di sputtanamento magistrale. Un po’ come usa negli Usa, solo che qui da noi lo fanno solo i progressisti.

Certo, la destra potrebbe ricambiare gli avversari con la stessa moneta ma – avverte Crosetto – ha una capacità di fuoco ridotta, visto che la sinistra è radicata in tutti i gangli vitali del Paese. Tribunali, scuola, alta burocrazia, dirigenti pubblici, cultura, comunicazione: l’85% della classe dirigente nazionale è composta da gente nella sfera della sinistra. Migliaia di persone.

Se il centrodestra questa volta che parte da 450 grandi elettori, si facesse marginalizzare nell’elezione del Presidente della Repubblica , si suiciderebbe. Farebbe passare a molti la voglia di votarlo. Berlusconi al Quirinale Crosetto o vedrebbe benissimo: ‘Berlusconi al Quirinale alla fin fine non sarebbe un pericolo per lo status quo euroburocratico, ma sarebbe dirompente in termini positivi su alcuni fronti. E poi sarebbe divertentissimo’.

Berlusconi lavora anche per non restare fuori dal tavolo di chi decide l’esito della corsa.

Chi pensa di eleggere il presidente della Repubblica affidandogli il mandato di sciogliere le Camere all’indomani, non conosce la storia parlamentare perché mai un presidente appena eletto ha sciolto il Parlamento, cioè la fonte della sua legittimazione istituzionale, per ritrovarsi magari con un nuovo Parlamento a lui ostile o poco amico.