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Irriducibilità della coscienza

Irriducibilità l’idea che Federico Faggin usa nel suo saggio per suggerire una visione diversa della coscienza. Non deriva dalla materia ma presiede ad essa. “È la coscienza che capisce la situazione e che fa la differenza tra un robot e un essere umano”.

Dopo anni di studi e ricerche avanzate, Faggin giunge alla conclusione che nell’essere umano esiste qualcosa di irriducibile, e quindi non replicabile da nessuna macchina. Secondo il fisico, la coscienza umana non può sorgere da segnali elettrici o biochimici, poiché questi possono solo generare altri segnali elettrici o conseguenze fisiche come forza o movimento. Sensazioni e sentimenti, che sono esperienze qualitativamente diverse, sono possibili solo grazie alla coscienza.

A partire da un’esperienza personale, che Faggin chiama Risveglio, giunge a ipotizzare che “la coscienza e il libero arbitrio siano proprietà irriducibili della natura”. Invitando il lettore ad assumere questa premessa, promette che “la visione scientifica della realtà cambierebbe radicalmente e legittimerebbe una spiritualità profonda, con conseguenze inaspettate sia per la scienza per la spiritualità”.

Fra i protagonisti della rivoluzione informatica nella veste di fisico, inventore e imprenditore, Faggin mette radicalmente in discussione la teoria che considera gli esseri umani come macchine biologiche analoghe ai computer. Tale teoria trascura molti aspetti che non si adattano ai paradigmi meccanicistici e riduzionisti. È la parte emotiva della vita ad assumere il ruolo da protagonista, sono gli aspetti semantici che abitano solo in una coscienza: il sapore del vino, il profumo di una rosa e il colore arancione.

Irriducibile è un saggio appassionante per la chiarezza dell’esposizione sui temi della meccanica quantistica, della coscienza e della teoria dell’informazione, illuminante sulle connessioni tra questi ambiti, soprattutto nel dare un contesto di ampio respiro al dibattito attuale sull’intelligenza artificiale: “In una macchina non c’è nessuna ‘pausa di riflessione’ tra i simboli e l’azione, perché il significato dei simboli, il dubbio e il libero arbitrio esistono solo nella coscienza di un sé, ma non in un meccanismo”.

Faggin propone una prospettiva stimolante che ci invita a considerare l’importanza di preservare e valorizzare la nostra umanità di fronte all’avanzamento tecnologico e alla tendenza a ridurre tutto alla dimensione meccanica. Invita a riconoscere che esistono sfaccettature dell’esperienza umana che, in quanto irriducibili, non possono essere replicate dalle macchine e chiede alla scienza di cercare le risposte a tutte le domande fondamentali senza eliminare dalla realtà ciò che non sa spiegare.

Federico Faggin, Irriducibile. La coscienza, la vita, i computer e la nostra natura, Mondadori 2022.