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Camorra, Dia: “Più che mai protesa a diventare impresa”

“Una Camorra più che mai protesa a farsi impresa attraverso strumenti privilegiati quali la corruzione, il riciclaggio, l’intimidazione ambientale e le collusioni che ne derivano”. Lo scrive la Dia nella relazione semestrale al Parlamento. “Una realtà criminale che si muoverebbe sul duplice piano dell’inabissamento e della concretezza costruito sui traffici commerciali e mediante affari alimentati da una potenza economica assicurata principalmente dal traffico di droga – si legge – Tale modus operandi garantirebbe una stabile presenza nel tessuto economico favorita dalla ricerca di servizi e di favori da parte di settori dell’imprenditoria privata talvolta inclini a facilitazioni che sfociano nell’illecito”.”Allo stesso tempo la criminalità organizzata avrebbe raggiunto la consapevolezza di dover operare in modo silente per sottrarsi all’attenzione delle Forze dell’ordine ricorrendo alla violenza esclusivamente per frenare ribellioni o infedeltà. Il venir meno della minaccia come strumento principale di operatività non rende peraltro le organizzazioni meno pericolose anzi ne amplificherebbe esponenzialmente la potenzialità operativa”, aggiungono.

“L’infiltrazione e il condizionamento degli apparati pubblici sono confermati dai provvedimenti di accesso ispettivo disposti dal Ministero dell’Interno e dal conseguente scioglimento di alcune amministrazioni locali in costanza di accertate ingerenze della criminalità organizzata nel funzionamento degli Enti fronteggiare i tentativi della Camorra di infiltrarsi nell’economia legale condizionandone le dinamiche di libero mercato – viene evidenziato dagli investigatori – In questo momento storico l’attenzione va indirizzata in particolare agli appalti per la realizzazione e il potenziamento di servizi connessi con l’attività legata al turismo, alla ristorazione, all’intera filiera agro-alimentare e ai cicli della sanità e dei rifiuti”. “Nel semestre la sola Prefettura di Napoli ha emesso 41 provvedimenti interdittivi antimafia nei confronti di imprese operanti in vari settori e considerate riconducibili ai clan di Camorra o comunque a rischio infiltrazione”.