Morto in sella alla sua moto
La scia di sangue che, purtroppo, continua, inesorabilmente a bagnare le strade dell’Area Metropolitana barese, questa volta si tinge di giallo. Il dubbio è legato al motivo per il quale la vittima, il 24enne barese, Davide Lippolis, corresse ad alta velocità, in sella alla sua moto, sulla strada provinciale 144 nel tratto che va dall’innesto sulla statale 100 all’incrocio con via Fanelli. Il giovane di origini del quartiere Carbonara, secondo chi lo conosceva era sprezzante del pericolo e spavaldo nei modi di fare. Sul luogo dell’incidente i carabinieri della stazione di Triggiano non hanno rilevato segni di frenata, fatto che fa pensare che la vittima si sia schiantata mortalmente e violente contro la “Renault Espace” che proveniva in senso opposto di marcia. Il giovane è morto sul colpo, avendo riportato politraumi al corpo e al cranio. Illesi, fortunatamente, gli occupanti dell’altra vettura, una coppia di coniugi del posto che sono dovuti ricorrere alle cure ospedaliere per il grave shock riportato a causa dell’impatto. Al vaglio degli investigatori, quindi, la causa di quella folle corsa che sembrerebbe essere la causa fatale dell’incidente. Mentre il corpo della vittima è a disposizione dell’autorità giudiziaria che in queste ore dovrebbe affidare alla medicina legale l’incarico di effettuare l’autopsia sul corpo del giovane al fine di stabilire se al momento dell’impatto era sobrio o in preda ai fumi dell’alcol o, ancora, eventualmente sotto effetto di sostanze stupefacenti. Lo stesso esame autoptico dovrà stabilire o escludere, inoltre, se la vittima possa aver accusato un improvviso malore che lo ha portato verso la morte andandosi a schiantare sotto l’auto che arrivava in senso contrario. Intanto, emerge, che sui social la stessa vittima, qualche giorno fa aveva pubblicato una sorta di macabro post premonitore scrivendo, non si capisce bene all’indirizzo di chi se di una ragazza o di una moto: “Quando lei vorrebbe un futuro con me. Ma non sa che morirò entro i trent’anni a trecento chilometri all’ora su una R1”. Dai primi accertamenti, inoltre, sembrerebbe che la vittima era, persona, già nota alle forze dell’ordine per essere, insieme ad altri tre giovanissimi di Capurso, responsabile di diversi furti notturni di moto, auto e furgoni. Per questa ragione, nove mesi fa, i quattro erano stati fermati dagli uomini della squadra mobile della Questura di Bari con l’accusa a vario titolo e in concorso, di furto aggravato, di resistenza a pubblico ufficiale, possesso ingiustificato di arnesi atti allo scasso e di detenzione illegale di arma. In quella occasione furono accusati di essersi introdotti a bordo di una Fiat Punto nel complesso residenziale Borgo Verde di via Fanelli, a Bari, forzano a volto coperto il cancello d’ingresso del residence e una volta all’interno, forzavano una “Yamaha MT09 900 sport”, non targata, spingevano facendo forza sulle loro il mezzo. In quel caso i quattro trovano all’esterno del complesso residenziale gli uomini della polizia che li fermarono e li denunciarono. Precedente, questo, che non farebbe escludere agli inquirenti anche un’eventuale ipotesi legata alla fuga ad alta velocità della vittima a bordo del suo motore per sfuggire a possibili controlli dopo aver commesso qualche altra bravata. Per questo motivo verranno scandagliati gli ultimi contatti telefonici del giovane 24enne per cercare di risalire ai suoi ultimi spostamenti prima di morire tragicamente su quel tratto di strada, poco illuminato e pieno di curve. Ipotesi che se verificata e confermata tingerebbe di giallo questa tragica vicenda, il cui incidente stradale sarebbe potrebbe essere stato il suo fatale epilogo. Una volta acquisiti i tabulati telefonici verranno ascoltati gli ultimi interlocutori della vittima.