CronacaEconomiaItaliaMondoNewsOpinioniPolitica

La mediazione Usa tra Russia e Ucraina sembra destinata ad arrivare alla frutta

In Campania e a Napoli, in modo particolare, si direbbe “che ‘nzalatoon!” la mediazione di Trump tra Putin e Zelensky. Sembrava un fritto misto, ma è stato lo stesso inquilino della Casa Bianca a illuminare il mondo che si tratta di un indigesta insalatona. Perché? È presto detto. Lo stesso Tycoon, che nelle scorse ore ci aveva tenuto a far sapere al mondo di aver rinunciato alle sue vacanze di fine agosto, nel pomeriggio ha informato il globo che “far incontrare Putin e Zelensky è come mescolare l’olio e l’aceto”. Un binomio che con l’insalata lega benissimo ma che, evidentemente, in politica internazionale no. E come poteva saperlo il presidente a stelle e strisce? Lui, almeno dal punto di vista gastronomico è giustificato, visti gli ibridi costumi gastronomici a base di hamburger, bacon, tacchino e hot dog. Per una volta il 47esimo presidente statunitense potrebbe essere giustificato dalla sua non certo erudita cultura gastronomica, soprattutto mediterranea. Nonostante uno degli elementi di appetito dei due contendenti è proprio lo sbocco sul mare del vecchio continente. Allora la mediazione, che in campagna elettorale doveva concludersi in massimo cento giorni che fine farà? Si può dire che l’impegno diplomatico di Trump per la risoluzione del conflitto russo-ucraino è arrivato alla frutta? A quanto pare sembra proprio di si. Pazienza, del resto non si può pretendere da un falegname di primeggiare in cucina come da un sordo di sentire o da un cieco di vedere. E adesso? Prendendo in prestito la citazione latina del passo biblico “Nihil sub sole novum”, non ci resta che prendere atto che all’insipienza diplomatica dell’Unione Europea si aggiunge quella più autorevole americana. Del resto i tempi delle abili ricette diplomatiche di Henry Kissinger sembrano essere lontani anni luce tanto da averne dimenticato oltra al sapore anche i profumi e, più che altro i risultati.