Politica

Patuanelli e volti nuovi pentastellati

Il messaggio di Conte al Movimento è chiaro: «È il vostro momento, nel nuovo corso adesso tocca a voi, basta con quelli che hanno sempre comandato».  Verosimilmente il presidente si rivolge a Beppe Grillo, Luigi Di Maio, Roberto Fico, che  vorrebbe ridimensionare il più possibile. E se qualcuno dovrà essere retrocesso, allora tanti grillini di serie B si aspettano la promozione. Conte vuole accontentarli e perciò è pronto a far partire i casting, alla ricerca dei volti nuovi del M5s.

Rocco Casalino, braccio destro ed ex portavoce del leader, è un vero esperto del settore  perché ha letteralmente inventato alcuni tra i personaggi grillini. Lui, nella scorsa legislatura, ha cominciato a imporre ai parlamentari codici di abbigliamento, prestando attenzione al trucco e al parrucco. Il ricambio partirà da settembre, quando entrerà nel vivo il M5s 2.0 di Conte.

È considerata in rampa di lancio la deputata Giulia Sarti, tornata al centro dell’attenzione con la riforma della giustizia. Sarti, suo malgrado, aveva avuto il massimo della visibilità con il caso dei bonifici truccati, che aveva travolto il M5s nel 2018. Poi l’oblio e adesso la prima fila da relatrice di maggioranza della legge Cartabia. Sullo stesso fronte Alfonso Bonafede. Sì un big, ma che ha sempre vissuto di luce riflessa, considerato un fedelissimo di Di Maio fino all’avvicinamento all’ex premier. Potrebbe entrare nella segreteria politica Michele Gubitosa, deputato irpino, imprenditore ed ex presidente dell’Avellino Calcio, espressione di quella società civile a cui Conte dice di voler aprire. Mentre l’avvocato civilista amico di Guido Alpa Luca Di Donna potrebbe avere un ruolo nella scuola politica del M5s e l’ambasciatore Piero Benassi si gioca una candidatura alle prossime elezioni politiche.

Infine il nodo del terzo mandato: una deroga concessa solo a pochi meritevoli di sicuro agevolerebbe il repulisti contiano, salvando solo qualche big.

“Il Movimento ha iniziato un nuovo percorso, è doveroso che vi siano volti nuovi ad assumersi la responsabilità di questa rifondazione. Peraltro, ci sono colleghi preparatissimi, di grande valore, sia alla Camera sia al Senato, finora poco valorizzati”. Così, in un’intervista al Corriere della Sera, il ministro delle Politiche agricole ed esponente del M5S Stefano Patuanelli che, su una possibile vicepresidenza del Movimento dice: “Sono nel M5S fin dalle sue origini e in oltre sedici anni mai mi sono interessato di cariche, nomine, ruoli. Ho sempre e solo lavorato per il bene del Movimento, dando tutto ciò che potevo dare, ricevendo molto. Farò ciò che Giuseppe mi chiederà di fare”. Poi sottolinea come “abbiamo una leadership pienamente legittimata e le differenze di vedute, se in buona fede, dovranno diventare un’occasione di arricchimento reciproco e non un modo per delegittimare l’altro”.

Sullo stato di salute del M5S, Patuanelli ammette che “il problema del Nord c’è, inutile negarlo. Sono contento che il presidente Conte abbia deciso di iniziare il suo tour proprio dal Nord. Alla sua presenza fisica il Movimento affiancherà molti contenuti: per prima cosa vogliamo portare dentro la riforma fiscale il superbonus per le imprese, ovvero la cessione del credito d’imposta 4.0 sul modello del Superbonus 110%. Inoltre, dobbiamo proseguire sull’abbattimento del cuneo fiscale per dare più soldi in busta paga ai lavoratori. Questi sono i due pilastri della riforma fiscale secondo il Movimento”.

Sull’alleanza con il Pd, il ministro dice: “Sono anni che auspico un dialogo con il Pd ma è un percorso da costruire per tappe, non può esserci una amalgama completa su tutto e subito. E attenzione, non può funzionare se il Movimento viene visto come un satellite, in modo subalterno. E’ stato un errore proporci di supportare sempre i loro sindaci uscenti ma non garantire mai il supporto ai nostri”.