Opinioni

Il conflitto ideologico tra i favorevoli e i contrari alla vaccinazione

Per risolvere  il problema dei vaccini occorre percorrere la strada della solidarietà e abbattere la cultura dell’intolleranza. E’ cronaca di questi giorni che il disappunto sic et simpliciter verso coloro che rifiutano di fare il vaccino, produce un risultato opposto rispetto a quello voluto, perché finisce per alimentare una discriminazione che fonda la sua forza sul pregiudizio, che è ciò che caratterizza chi si oppone ai vaccini. Purtroppo il pregiudizio si rinforza quando le ragioni che lo contraddicono vengono percepite come strumentali. Accade così che riesce, poi, difficile combattere quelle credenze o false teorie, come quelle che sostengono che nei vaccini vengono iniettate microspie, per attuare un controllo di massa o che i vaccini siano armi di distruzione dell’essere umano. Occorre, al contrario, informazioni precise che possano rafforzare la fiducia nella scienza. Ci troviamo difronte ad un conflitto ideologico tra i favorevoli e i contrari alla vaccinazione, la cui soluzione presuppone una attenta analisi di coloro che sono contrari, per lo più rappresentati da persone anziane, meno istruite e in difficoltà economiche. Per non parlare poi dell’ambiente socio-culturale in cui si muovono gli oppositori al vaccino: bisogna distinguere tra quelli che ritengono che il vaccino sia inutile o addirittura dannoso e quelli che invece sono contrari all’obbligo, a prescindere dalla pericolosità. Sono aspetti multiformi che non vanno per nulla trascurati. Non è ,come qualche parte politica che si oppone al governo vorrebbe far credere, una battaglia giuridica contro l’illegittimità costituzionale dell’obbligo vaccinale per alcuni operatori, perché la Corte Costituzionale, a partire dagli anni novanta, attraverso una serie di sentenze ha stabilito che in presenza di un pericolo per l’altrui salute, è incostituzionale una legge che non preveda l’obbligo del lavoratore portatore del rischio, di sottoporsi al trattamento sanitario obbligatorio. Un panorama surreale attraversato da nubi di di ipocrisie e populismo a buon mercato.  L’unico principio da cui non si può prescindere è che la salute pubblica va tutelata e in questo particolare contesto storico contrassegnato da una pandemia aggressiva e onnipresente, l’unico rimedio è il vaccino, che salvaguardando la salute nello stesso tempo evita anche conflitti sociali, dovuti alla grande depressione economica a livello planetario. Per rendere concreta tale prospettiva va subito messo in chiaro che non mettiamo in discussione il diritto inviolabile a non curarsi o a sottoporsi a trattamento sanitario obbligatorio in assenza di una legge che non lo preveda, ma che la solidarietà impone di agire spontaneamente per soddisfare il presupposto di socialità che deve sempre occupare un ruolo centrale in uno Stato democratico e costituzionale.