Riguardo all’attentato alle Torri Gemelle D’Alema chiarisce che “non fu opera dei Talebani ma di una élite araba, per lo più saudita, che era finita sulle montagne dell’Afghanistan perché lì l’avevano portata gli americani, che avevano favorito la creazione di un movimento di volontari islamici per combattere contro i sovietici”. In conclusione “la preparazione politico-militare del campo fondamentalista dunque è stata fatta dall’occidente, perché i fondamentalisti erano i principali alleati in chiave anticomunista e antisocialista araba”. D’Alema fa un’analisi accurata degli errori dell’Occidente e spiega che, dal punto di vista militare, qualche risultato è stato anche ottenuto, ma “l’idea che attraverso l’espansione della democrazia nel mondo islamico si sarebbero costruiti anticorpi in grado di debellare il fondamentalismo antioccidentale e il terrorismo” si è rivelata un fallimento. A fallire è stata soprattutto “l’idea che la democrazia si possa esportare”.

L’esportazione della democrazia in Afghanistan  è stata fallimentare ma in questi venti anni la mortalità infantile in questo Paese si è notevolmente ridotta e le condizioni di vita delle donne sono notevolmente migliorate tanto che il nuovo governo talebano si trova a non poter impedire alle donne di frequentare le università.

Le donne coraggiose, per converso, restano a protestare perché non intendono rinunciare alle conquiste sociali e culturali ottenute,