Bari – Allarme dei sindaci sulla sicurezza
Si sono ritrovate, ieri mattina, a Bari, insieme al Prefetto, Franco Russo le quarantuno fasce tricolore e le stellette dei vertici provinciali della forze dell’ordine per discutere di sicurezza e ordine pubblico territoriale. L’incontro è scaturito dalla lettera inviata qualche giorno fa al rappresentante del governo da parte di tutti i primi cittadini dell’Area metropolitana barese e in adesione a un’iniziativa nazionale dell’Anci, l’associazione nazionale dei comuni. Si è discusso, in poco meno di due ore, di problematiche e possibili soluzioni legate alla convivenza civile e alla sicurezza urbana partendo da alcuni ultimi episodi di cronaca che si sono verificati sul territorio, come per esempio i luoghi del degrado e dello spaccio e consumo di sostanze stupefacenti. Tanti i temi sciorinati dalla Movida, come sistema di buon costume per garantire il miglior divertimento possibile nei canoni della legalità e della civile convivenza con i residenti, al potenziamento del sistema di videosorveglianza del territorio. Sistemi che assolvono, efficacemente, a una duplice funzione. Da un lato quella importante di supporto alla polizia giudiziaria in fase repressiva dei reati e, dall’altro, l’aspetto preventivo delle telecamere che molto spesso fungono da deterrente nei confronti di chi potrebbe pensare di infrangere le leggi e regole del vivere civile. Un confronto costruttivo, soprattutto, in termini di proposte da far giungere sul tavolo nazionale del comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico che tra qualche giorno si svolgerà al Viminale sotto la presidenza del Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Essenzialmente, i sindaci della Città Metropolitana barese, alla luce degli ultimi accadimenti, chiedono al governo centrale di avere mani libere nell’assunzione di nuovo personale che vada rinforzare i corpi di polizia locale finiti per essere organicamente sottodimensionati per via dei pensionamenti e delle restrizioni legislative in materia di assunzione nella pubblica amministrazione locale. Un’altra proposta da far arrivare nella capitale al legislatore è quella di mettere mano a una legge che impone ai motorini, alle biciclette elettriche e ai monopattini di dover essere targati per la facile individuazione degli eventuali trasgressori alla guida. Una proposta, questa, che va nella direzione della migliore disciplina della circolazione e della sicurezza pubblica. Lo scorso 18 dicembre a Sannicandro di Bari venne freddato a colpi di pistola, in pieno centro cittadino, un giovane 19enne, Gabriele Decicco. In quel caso, come stabilirono le puntuali, complesse e tempestive indagini condotte dai carabinieri, il killer si recò sul posto dell’agguato e, poi, fuggì a bordo di un monopattino con il volto coperta da un cappuccio. In quel caso se il monopattino fosse stato targato le indagini per risalire all’identità dell’assassino sarebbero state più celeri e, forse, l’autore dell’efferato gesto non avrebbe avuto così tanta facilità nel compiere il feroce gesto. Si è parlato, anche, di adozione da parte dei comuni del regolamento di polizia locale che consentirebbe agli operatori di intervenire e agire con strumenti e ruoli più efficaci. Su quanto discusso in Comitato è intervenuto a nome di tutti i sindaci il primo cittadino di Bari, Vito Leccese, che ha voluto dare atto al Prefetto di aver subito colto le esigenze del territorio. “Innanzitutto”, ha esordito Leccese, “abbiamo ringraziato sua eccellenza il prefetto Russo per aver prontamente convocato questo incontro nel corso del quale sono state rappresentate alcune situazioni come quella dell’assalto ai bancomat oppure di quei casi di Movida indisciplinata e disordinata oltre a come affrontare alcuni comportamenti, talvolta, disdicevoli sul piano sociale o, peggio ancora, criminali che creano una percezione di insicurezza sul territorio della Città Metropolitana. In particolar modo le proposte che noi abbiamo avanzato sono, ovviamente, legate a soluzioni come il potenziamento degli organici delle forze di polizia sia statali che locali perché abbiamo necessità di far avvertire ai nostri cittadini la presenza dello Stato, dell’autorità sia locale che statale sul territorio”.