Giustizia. Cdm sospeso: non c’è l’intesa. M5S valuta l’astensione
Il Consiglio dei ministri, iniziato già con due ore di ritardo, è stato sospeso. Tra i partiti di maggioranza non c’è il pieno accordo sulla riforma della giustizia targata Marta Cartabia. Il banco rischia di saltare per l’ostruzionismo dei ministri del M5S. Tempi più lunghi per l’improcedibilità dei reati di mafia, terrorismo, violenza sessuale e droga, oltre a una norma transitoria fino a tutto il 2024 per l’entrata a regime della nuova prescrizione, questa la mediazione per la riforma della giustizia approdata in Cdm, prima di giungere in Parlamento, non convince i ministri di Giuseppe Conte. Tanto che la delegazione pentastellata minaccia l’astensione sul testo Cartabia ‘rivisto’ se nel testo non saranno inclusi i reati commessi ‘per agevolare le associazioni mafiose’, quelli dell’articolo del codice 416bis.1.
“I processi che riguardano i reati del 416bis.1, che agevolano l’attività delle associazioni di tipo mafioso o si avvalgono dell’appartenenza alla mafia oltre al concorso esterno, non possono concludersi con un nulla di fatto. Cioè sulla mafia non si transige” fanno trapelare ambienti vicini al Movimento e che giustificano la sospensione del Cdm. “Si tratta di casi come il tentato omicidio, corruzione, tentata strage, estorsione, riciclaggio, sequestro di persona commessi per agevolare la mafia”.
Per ora si cerca di mediare e sarebbe in programma un incontro informale tra il premier Mario Draghi, il ministro Cartabia e gli stati maggiori della maggioranza.