Di fatto, visto l’affollamento di provvedimenti nell’aula di Palazzo Madama, si era deciso di rinviare l’approvazione a settembre. Ma la decisione non è piaciuta alla Lega. Il senatore del Carroccio, Andrea Ostellari, presidente della commissione Giustizia a Palazzo Madama ha osservato in modo ironico: “Per settimane sono stato accusato di rallentare l’iter del Ddl Zan  dallo stesso partito che ora vuole rimandarne la trattazione in aula a dopo l’estate. Perché aspettare?”.

Ormai è ufficiale, del ddl Zan si riparlerà solo a settembre. L’ultimo sconto si è consumato al Senato durante una tesa conferenza dei capigruppo riunitasi per decidere il calendario dell’Aula. Da una parte ci sono i renziani di Italia Viva, dall’altra l’asse tra Pd, Movimento 5 stelle e LeU. Dai due fronti partono – non è la prima volta – accuse reciproche: ognuno accusa l’altro di voler affossare il testo. La lite avviene sotto gli occhi di un centrodestra silente, consapevole del fatto che saranno proprio le divisioni interne ai pro-Zan a far naufragare la legge.

Lo scontro divampa quando il capogruppo di Iv Davide Faraone annuncia di voler riportare il testo nell’Aula di Palazzo Madama prima della pausa estiva. L’obiettivo –  è la tesi del senatore – sarebbe prima quello di trovare un accordo che coinvolga anche il centrodestra, per poi accelerare sull’approvazione del testo. Uno schema che secondo Faraone avrebbe trovato l’opposizione dei favorevoli all’approvazione del testo attuale, da sempre reticenti a ogni tipo di compromesso al ribasso. “Da oggi i diritti sono ufficialmente in vacanza: la proposta di Italia viva di cercare l’Intesa e portare in Aula già domani il ddl Zan non ha trovato adesioni”, dice a margine dell’incontro Faraone.

“Alessandro Zan? Si è comportato sostanzialmente come un passacarte. Il suo ddl sarebbe utile se venisse declinato specificamente rispetto a ciò per cui doveva essere predisposto: omofobia e transfobia”. A sbertucciare così ferocemente il padre del controverso disegno di legge non è un esponente del centrodestra né un reazionario sopravvissuto alla rivoluzione sessuale. Quel che avete appena letto è tutta farina caduta dal sacco di Neviana Calzolari. In un intervento su Micromega, ripresa da la Verità si definisce ‘trans male to female’ (da maschio a femmina). La Calzolari è sociologa e scrittrice. Il giornalista Francesco Borgonovo le ha dedicato un ampio servizio per dimostrare che il “regime gender” (titolo del libro scritto a quattro mani con Maurizio Belpietro) esiste sul serio.