Politica

Green pass: un italiano su 4 rinuncia al ristorante

«Calo del 25% negli accessi ai ristoranti al chiuso. Un italiano su 4 ha desistito e come prevedibile sono state soprattutto le famiglie con minorenni al seguito a rinunciare». Così Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, commenta le prime stime sugli ingressi al ristorante che mettono a confronto i dati di ieri, dopo entrata in vigore del green pass, con quelli dello scorso venerdì.

«Ancora troppo bassi i tassi di vaccinazione per i giovani sotto i 18 anni, senza contare che 8 euro ogni 48 ore per per i tamponi sono troppi per buona parte degli italiani che scelgono di andare in vacanza nonostante redditi più bassi», dice Scordamaglia. «Serve gradualità – sottolinea – nell’introduzione della nuova norma, continuiamo a pensare che bisogna esentare subito la fascia d’età 12/18 anni almeno fino a settembre per sostenere la ripresa e non infliggere una nuova penalità a un settore in difficoltà a cui sin dall’inizio sono stati richiesti i sacrifici maggiori».

L’entrata in vigore del green pass obbligatorio disposto dal governo, come evidenziato da Banchieri presidente nazionale Fiepet, sta già generando confusione e complicazioni tra malfunzionamenti dell’app deputata a scansionare il certificato e i clienti che fanno resistenza e tavoli che – di fatto – spesso rimangono vuoti».

«Le criticità maggiori, oltre alla ristorazione classica, riguardano pizzerie al taglio e tavole calde, quindi quelle attività che fanno servizi veloci e turnazioni rapide. Sarà necessario trovare un sistema che garantisca e coniughi insieme sicurezza sanitaria e possibilità di lavorare per queste piccole medie imprese”. È quanto afferma in una nota Claudio Pica, presidente della Fiepet-Confesercenti di Roma e Lazio e vicepresidente Confesercenti nazionale.