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Missioni cinesi nello Spazio: tra le più esclusive, la scoperta del lato oscuro della Luna

La Cina, che proprio oggi ha concluso la missione Shenzhou-12, è da anni una pioniera delle ricerche scientifiche nello Spazio.

La prima missione sulla Luna, denominata Chang’ e-1 (Chang è il nome della dea Luna nella tradizione cinese), risale al 2007. In seguito, sono state lanciate Chang’ e-2 nel 2010, Chang’ e-3 nel 2013 e Chang’e-4 nel 2018.

La missione Chang’ e-4

Notevoli sono dunque gli investimenti che la Regina d’Oriente ha effettuato in ambito di ricerche spaziali: la missione Chang’ e-4, ad esempio, ha avuto un costo paragonabile alla costruzione di un chilometro di metropolitana (circa 72,6 milioni di dollari).

Chang’ e-4 è atterrata sulla faccia nascosta della Luna nel 2019, l’anno che ha celebrato i 50 anni della conquista umana della Luna. La sonda ha allunato nel cratere di Von Karman, largo 2500 chilometri e profondo 13. Si tratta di un enorme cratere generato dalla caduta di un meteorite, che avrebbe portato alla luce il mantello lunare, cioè lo strato sottostante la superficie.

Mai prima di allora una sonda terrestre aveva tentato tanto.

La faccia oscura della Luna

La faccia nascosta della Luna si chiama così perché è invisibile dalla Terra, ma entrambe le facce ricevono in media la stessa luce del sole, anche se quella rivolta verso di noi ne riceve poco meno a causa delle periodiche eclissi. La Luna si mostra sempre uguale a noi per effetto della rotazione sincrona. In pratica, il tempo di rotazione del nostro satellite attorno al proprio asse coincide esattamente con il tempo di rivoluzione attorno alla Terra. Il lato nascosto fu fotografato per la prima volta nel 1959, durante il sorvolo della sonda sovietica Luna 3, ma merita comunque di essere studiato a fondo; ed è questo lo scopo della missione lunare cinese.

Perché la Cina sceglie di studiare il lato oscuro della Luna

Ci sono tre ordini di motivazioni.

Innanzitutto è una magnifica palestra per sviluppare tecnologie di punta: da quelle informatiche alle telecomunicazioni, sistemi di controllo, robotica, scienza dei materiali, ingegneria aerospaziale. Poi, permette lo sviluppo delle competenze di tecnici e scienziati cinesi per progettare e gestire, in modo del tutto autonomo, missioni spaziali di alta complessità. Infine c’è la motivazione prettamente scientifica, unita alla velleità di primeggiare dei cinesi perché nessuno ha mai varcato il lato oscuro della Luna.

Cosa si è scoperto del lato oscuro lunare

Il robottino cinese Yutu-2 ha scoperto una strana sostanza presentata come un “gel” dai “colori affascinanti” e dalla “misteriosa lucentezza”. In base al diario di bordo di Yutu-2, pubblicato da Our Space, la sostanza rinvenuta in fondo ad un piccolo cratere era “significativamente diversa rispetto al suolo lunare circostante”.

Il prelievo risale al 28 luglio 2019, quando Yutu-2 stava entrando nella fase obbligata di ‘letargo’, operazione necessaria per proteggere i macchinari dal surriscaldamento delle potenti radiazione del Sole alto nel cielo. Poco prima del suo spegnimento il team del Centro di controllo aerospaziale di Pechino ha notato una strana sostanza luccicante nel cratere che differiva da quella circostante per forma, colore e consistenza.

Una scoperta inaspettata che ha spinto i tecnici della missione a concentrare tutti gli strumenti di bordo su quello che appariva come un materiale lunare davvero insolito, dalla natura “gelatinosa”.

L’analisi ha mostrato che la sostanza è un frammento di roccia che si è sciolta, probabilmente a causa del calore dell’impatto di un meteorite, per formare una massa lucida e vetrosa. “È stato formato dalla fusione generata dall’impatto, dalla cementazione e dall’agglutinazione dei regoliti“, hanno scritto i ricercatori nello studio che sarà pubblicato ad agosto sulla rivista scientifica Earth and Planetary Science Letters.