Arte e ArtistiCulturaSpettacolo

Appello dal mondo degli artisti, Siae lancia una petizione e Mogol si rivolge al governo

“Abbiamo sempre rispettato le regole e le leggi e anteposto la salute dei cittadini a tutto il resto. Ora però siamo veramente allo stremo”, afferma il Presidente Siae Giulio Rapetti Mogol.

Siae ha quindi lanciato una petizione che raccoglie le tante voci della cultura, dello spettacolo e della politica al fine di sollecitare il Governo ad aumentare la capienza dei teatri, dei cinema e degli spazi deputati alla musica dal vivo.

Finora hanno aderito diversi volti dello spettacolo, tra i quali Accorsi, Amoroso, Baglioni, Caccamo, Caselli, Fiorello, Hunt, Mannoia, Özpetek, Ramazzotti, Scamarcio, Verdone.


“Ristoranti, bar e molte altre attività hanno ripreso quasi a pieno regime. Circa il 70% dei cittadini ha completato il ciclo vaccinale e il green pass costituisce un altro presidio importante a tutela della salute; moltissimi artisti si sono schierati in favore della campagna vaccinale. Peraltro, molte discoteche e locali stanno finendo nelle mani della malavita organizzata, con l’evidente possibilità di trasformarsi così in potenziali presidi di malaffare e di spaccio. In altri grandi paesi europei le attività culturali sono riprese a pieno regime o quasi. Per questo rivolgiamo un appello al Presidente del consiglio e al Ministro della cultura che da tempo si batte per le riaperture”, dichiara Mogol.

“Fateci ripartire in sicurezza ma fateci ripartire realmente. Abbiamo la sensazione – continua Mogol – che nel governo prevalgano o rischiano di prevalere atteggiamenti e posizioni minoritarie che francamente sembrano più irragionevolmente emotive che realmente razionali. Non vogliamo ammalarci ma il rischio di morire sani è ormai molto reale”.

All’appello di Siae, ha risposto il sottosegretario alla salute Pierpaolo Sileri, annunciando una nuova riunione del Cts per questa settimana: “non è prematuro aumentare i posti nei cinema, riaprire gli stadi, fare dei concerti. E’ chiaro che deve essere fatto con gradualità perché il cinema è una cosa, il teatro è un’altra cosa e il concerto è un’altra cosa ancora. E sul concerto, dove maggiore può essere il rischio, servono ovviamente delle garanzie maggiori”.