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Green pass, scatta l’obbligo al Parlamento europeo

Dal 3 novembre 2021 al 31 gennaio 2022 scatta l’obbligo di Green pass al Parlamento europeo. Gli eurodeputati dovranno mostrare la certficazione verde per poter accedere alle sedi di Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo.
Una norma ‘bocciata’ martedì dai sindacati dei circa 8mila lavoratori dell’Eurocamera, secondo cui “il progetto di decisione violerebbe la Carta dei diritti fondamentali, vale a dire l’articolo 3 sul diritto all’integrità della persona e l’articolo 7 sul diritto alla vita privata”. “Nutriamo seri dubbi sull’esistenza di una base giuridica valida”, avevano osservato.
Contro l’obbligo si è formato un gruppo trasversale di sovranisti che ha arruolato l’ex leghista Francesca Donato, il croato Ivan Sincic, che appartiene al gruppo dei non iscritti, il romeno Christian Terhes, del gruppo Ecr, alleato di Fratelli d’Italia a Strasburgo, e la deputata tedesca di Identità e democrazia, Christine Anderson. Per gli eurodeputati contrari al certificato verde, l’obbligo del Green pass non è uno strumento sanitario di prevenzione (secondo Sincic, anzi, è “una patente per diffondere il virus”) ed è lesivo dei diritti umani fondamentali (per la Donato i lavoratori sono costretti a vaccinarsi “perché altrimenti perderebbero il lavoro, perderebbero i loro diritti fondamentali se non lo facessero. E quando queste persone hanno effetti avversi, anche effetti avversi molto gravi, non ricevono alcuna assistenza gratuita” mentre per la Anderson “i diritti civili e le libertà sono stati trasformati da diritti fondamentali a privilegi che i governi concedono o revocano a piacimento”).
Tra i gruppi favorevoli alla nuova norma ci sono S&D, gruppo di appartenenza del Pd in Europa, e Ppe, dove satellita Forza Italia. Anche la Lega (che appartiene al gruppo Identità e democrazia) ha votato a favore.