Politica

Ddl Concorrenza e Ue

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il 4 novembre 2021 il disegno di legge annuale sul mercato e sulla concorrenza, che contiene norme per regolare i settori dei servizi pubblici locali, dei rifiuti, dell’energia e dei trasporti. Tra gli obiettivi c’è anche quello di abbattere i costi e i tempi della burocrazia, e un grande novità potrebbe arrivare in questo senso sul piano dei controlli fiscali.

Efficacia, efficienza e proporzionalità, con il rispetto delle informazioni già presenti nei database della Pubblica Amministrazione, sono i principi cardine del cambiamento che si profila all’orizzonte.

Ddl concorrenza 2021: niente più controlli a sorpresa per le aziende

Lo scopo delle misure previste dal ddl concorrenza è anche quello di garantire il rispetto della continuità dell’attività di impresa e favorire la ripartenza, dopo il difficile periodo pandemico e le misure adottate con lo stato di emergenza, senza interruzioni da parte dello Stato.

Il cambio di rotta prevede che non ci siano più controlli a sorpresa per scoprire illeciti commessi dalle aziende. Con la semplificazione degli accertamenti da parte del Fisco, tuttavia, non sarà più semplice per i furbetti evadere le tasse.

Lo ha spiegato Renato Brunetta, ministro per la Pubblica Amministrazione del governo Draghi, intervenendo all’evento sulla digitalizzazione promosso da Anitec-Assinform.

Prima di ogni verifica l’azienda sarà contattata per programmare le operazioni di controllo. “Non ci saranno divise o mitragliette in vista”, ha sottolineato il forzista, ribadendo che i controlli avverranno nel “rispetto reciproco” e sulla base di tre principi cardine, quelli della civiltà, della gentilezza e della cortesia.

Ddl concorrenza 2021: quali altri norme sono previste per il fisco

Le norme contenute nel disegno di legge, che comunque non saranno attuate nel breve periodo, prevedono dunque uno snellimento della burocrazia fiscale evitando controlli superflui per le aziende che dimostrano già di essere in regola, valorizzando quelle più virtuose. Per i soggetti che infatti rispettano già le scadenze, potrebbero infatti scattare dei premi.

Cambieranno inoltre le modalità in cui saranno affrontati i procedimenti amministrativi, con una delega per il Governo che dovrebbe adottare dei decreti legislativi in materia di ricognizione, semplificazione e individuazione delle attività oggetto di procedimento di segnalazione certificata di inizio attività, silenzio assenso e per le quali non è sufficiente una comunicazione preventiva.

Il vasto ddl concorrenza prevede misure su molteplici fronti, come vi abbiamo spiegato in questo approfondimento. Tra queste una riguarda i vertici della sanità e una riguarda la bolletta del telefono.

La Commissione europea, tramite una sua portavoce, è intervenuta sulla questione delle concessioni balneari in Italia. Nel Ddl Concorrenza approvato  dal CdM, infatti, non c’è la revisione delle concessioni per le spiagge ma solo una mappatura di quelle esistenti. “Siamo al corrente degli ultimi sviluppi in Italia” sulle concessioni balneari, spiega la portavoce europea. “È una prerogativa italiana decidere come procedere sulla riforma. Per la Commissione è importante il contenuto non la forma che prenderà questa riforma”. È comunque “importante – ha aggiunto – che le autorità italiane mettano rapidamente in conformità la loro legislazione, e le loro pratiche relative alle attribuzioni delle concessioni balneari, con il diritto europeo e la giurisprudenza della Corte di Giustizia”.

Secondo quanto deciso dal Ddl Concorrenza, ci sarà una “mappatura” di tutte le concessioni esistenti, che consenta di fare un’operazione trasparenza in vista di una futura riforma. La mappa serve per avere un quadro chiaro di chi le detiene, da quanto tempo e a quale costo.

“Chi ha veramente a cuore le spiagge italiane e il settore balneare non può gioire per aver ‘sventato il pericolo Bolkestein’. Chi ha veramente a cuore i cittadini, le spiagge, i concessionari, i loro sacrifici e quelli di chi vorrebbe investire in questo settore e invece non può, dovrebbe al contrario essere seriamente preoccupato e furioso per l’ennesima deroga tanto grave da essere ormai quasi ridicola. Una barzelletta che ci stiamo raccontando per non affrontare il problema, per rinviarlo, per addossare ad altri responsabilità che, come classe politica, non siamo in grado di prenderci da anni. Diciamo le cose come stanno, siamo onesti con noi stessi”. Così, in una nota, il presidente della Commissione per le Politiche dell’Ue alla Camera Sergio Battelli.

“Attenzione, non sto dicendo che dobbiamo agire ‘perché ce lo chiede l’Europa’, anche se giustamente la Commissione Ue ha appena fatto trapelare le proprie perplessità sulla direzione intrapresa con questo provvedimento; dobbiamo intervenire per correggere storture e privilegi, per riequilibrare e riportate equità, competenza, meritocrazia e innovazione nel settore balneare; per dare fiducia a chi riuscirà al tempo stesso a valorizzare e tutelare il paesaggio ma anche a diversificare e migliorare offerta e servizi”.  

“Inutile riempirsi la bocca appellandoci al supporto delle Pmi se poi non siamo in grado di sostenerle e potenziarle. Il nostro intervento come legislatori allora, se ne siamo capaci, deve essere orientato a ‘liberare’ le nostre spiagge, renderle fruibili da tutti, a interrompere il meccanismo perverso delle proroghe infinite e dei canoni irrisori per alcuni e troppo costosi per altri. Solo le gare a evidenza pubblica ci libereranno e ci costringeranno a guardare seriamente il problema senza distorsioni e senza barzellette “.