Spettacolo

“Dedicato al cinema”, di Marco Cucurnia, Casa del cinema, 2 dicembre, ore 20:00

“Dedicato al cinema” di Marco Cucurnia. Casa del Cinema – Giovedì 2 dicembre 2021 – ore 20:00  

Proezione solo su invito

Barbara Lalle incontra Marco Cucurnia.

Marco Cucurnia mi ha dato appuntamento in un caffè alle spalle di piazza Navona.

Marco è un regista italiano allievo di Mario Monicelli, il suo primo film si intitola “SoloMetro” pluri premiato in Francia. Da tanti anni Cucurnia che è alla vigilia del suo secondo film si è dedicato alla ricerca sull’immagine, al ritorno alla pellicola, al valore della descrizione al pari della narrazione per cercare di dimostrare che la vera commedia è quella triste, ma con la luce della rivalsa.

D: Buon giorno Marco, sono stata da poco tua ospite a Cinecittà per assistere all’ istallazione “Le pareti di Monicelli” esiste un legame tra la nuova opera che hai dedicato al tuo Maestro e quella che sarà proiettata alla Casa del Cinema di Roma il 2 dicembre 2021 alle ore 20:00 dal titolo “Dedicato al cinema”?

R: Gentile Barbara, forse sì , l’amore che provo per il cinema e che ho cercato di porgere a nove ragazzi con disabilità, anche se lo dico subito, per me non sono per nulla disabili, anzi sono oro.  Francesco, Moira, Anna, Federico, Viviana, Ettore, Emanuele, Simone e Giacomo.

D: Parlaci un po’ di cosa si tratta.

R: E’ un’opera filmica di 25 minuti che ha vinto tanti premi in Europa ed ora grazie a Giorgio Gosetti, presento in Italia. Un po’ di anni fa ho pensato o meglio mi sono chiesto come sarebbe stata un’opera d’immagine ferma ed in movimento frutto di cuori e cervelli puri.

D: Secondo te questa domanda da dove nasce?

R: Principalmente dall’osservazione sulla mia vita da regista e sul lavoro dei miei colleghi, cioè quanto la prepotenza ed ottusità dei direttori della fotografia e produttori possa far nascere un film, sì forse anche corretto, ma privo d’impronta ed uguale a tanti altri. La mediazione tra autore, collaboratori e finanziatori può essere, se un regista è veramente un regista, una marcia in più che potrebbe vantare un film. Negli ultimi vent’anni, però, soprattutto con molti registi improvvisati e il digitale che facilita tutto, la personalità è andata in letargo insieme agli orsi che mi piacciano molto.

D: Quindi?

R: Quindi come a me succede sempre quando voglio fare una cosa e non penso di farla per fini economici ecc…gli incontri “mi avvengono”.  Ho conosciuto la dottoressa Simona Balistreri alla quale ho parlato di questa idea. Lei da psicologa bravissima che si occupa di fragilità mi ha fatto conoscere i nove ragazzi. E così abbiamo iniziato.

D: Iniziato cosa esattamente?

R: Per quasi due anni, sfruttando ritagli di lavoro di Simona, miei e dei ragazzi senza chiedere nulla a nessuno ho cercato di insegnare loro come si fa il cinema. Cosa è un’immagine e soprattutto cosa non è.

Sono partito dagli strumenti più artigianali, costruendo anche macchine da presa di cartone e carelli della spesa alla quale ho legato le camere. Per mostrare come la realizzazione di un film deve essere difficoltosa.  Le stesse identiche cose che avrei fatto se avessi insegnato ai giovani “abilissimi” di varie scuole di cinema.

D: E l’opera che verrà proiettata, cosa racconta?

R: Diciamo per metà queste lezioni e per metà le opere realizzate dai ragazzi. Vorrei ricordare anche Rebecca Leotta e Fabiana De Sario che hanno aiutato Simona e me.

D: Perché l’hai intitolata così, “Dedicato al cinema”?

R: Perché è come scrivere una lettera d’amore ad una ragazza che vuoi conquistare. Prima di tutto le direi: E’ dedicata a te.

Barbara Lalle