Politica

Enrico Letta e il ripudio del renzismo

Enrico Letta è sicuro di vincere le suppletive di Roma Centro, il collegio lasciato vacante da Roberto Gualtieri e il candidato sarà un democratico doc, mai con esponenti non iscritti al partito del Nazareno.

Si pensa ad  Enrico Gasbarra, uomo di trafila con cambi di volto prima non  democristiano, poi  popolare, margheritino, infine dem, amico di Goffredo Bettini,  vicesindaco di Walter Veltroni,   deputato per due legislature e poi europarlamentare.

Repubblica suona la fanfara per  Enrico Letta che  ha stabilito una gerarchia nella coalizione di centrosinistra, a lungo immaginata a trazione Cinquestelle e adesso invece in capo al Pd, motore di quel campo largo che è la strada giusta.

 Letta ha riportato l’ordine in un partito dove  tante erano le divisioni interne e i continui riposizionamenti. Unico vero e solo comandamento è ripudiare  il loro passato renziano.  Fatto questo nel Partito democratico si può fare qualunque cosa: essere a favore dei grillini nel gruppo socialista europeo o no, essere proporzionalisti o no, essere per la marijuana e l’eutanasia o no, essere per Draghi al Quirinale o no, essere per elezioni anticipate o no.