Economia

Bnl sciopera dopo 30 anni: i motivi dietro le agitazioni sindacali

I sindacati Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin hanno dichiarato, in una nota congiunta, lo sciopero dei lavoratori della Banca Nazionale del Lavoro, che sono quasi 12 mila, previsto per il 27 dicembre. È il primo per Bnl dagli anni ‘90, cioè da quasi 30 anni. Si tratterà dunque di una data storica, decisa dopo un lungo periodo di trattative non andate a buon fine.

Alla base delle agitazioni, e dei conflitti con le sigle, c’è il piano di riorganizzazione che potrebbe portare alle esternalizzazioni di quasi 900 dipendenti del dipartimento informatico e del back office. Quest’ultimo comprende una ulteriore divisione in sette reparti.

Pur riportando ottimi risultati di bilancio, infatti, la Bnl ha deciso di affidare le due divisioni a società esterne, e i sindacati temono che, oltre a mettere a rischio gli 836 dipendenti di Bnl, si possa creare un precedente molto grave per il settore bancario.

Elena Goitini, nuova amministratrice delegata di Bnl, ha presentato il piano di riorganizzazione della banca puntando sull’innovazione digitale. Che però passa dalla esternalizzazione dei contratti e non da investimenti interni al gruppo

Inoltre la protesta è stata indetta perché non è stato trovato un accordo riguardo la chiusura di alcune filiali, con ripercussioni in termini di mobilità funzionale e geografica, e la carenza di organico in molte sedi.