Colle, tra Mattarella in uscita e Berlusconi in attesa
Ho sempre vissuto questo tradizionale appuntamento di fine anno con molto coinvolgimento e anche con un po’ di emozione. Oggi questi sentimenti sono accresciuti dal fatto che, tra pochi giorni, come dispone la Costituzione, si concluderà il mio ruolo di Presidente. L’augurio che sento di rivolgervi si fa, quindi, più intenso perché, alla necessità di guardare insieme con fiducia e speranza al nuovo anno, si aggiunge il bisogno di esprimere il mio grazie a ciascuno di voi per aver mostrato, a più riprese, il volto autentico dell’Italia: quello laborioso, creativo, solidale“, lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio di fine anno che è stato breve, pronunciato in piedi, e che si è concluso con l’augurio al Paese di tornare a crescere. “Care concittadine e cari concittadini, siamo pronti ad accogliere il nuovo anno, ed è un momento di speranza. Guardiamo avanti, sapendo che il destino dell’Italia dipende anche da ciascuno di noi”. “Se guardo al cammino che abbiamo fatto insieme in questi sette anni nutro fiducia. L’Italia crescerà. E lo farà quanto più avrà coscienza del comune destino del nostro popolo, e dei popoli europei. Buon anno a tutti voi!”.
Silvio Berlusconi continua a sognare il Colle. Convinto, pallottoliere alla mano, di avere una chance alla quarta votazione, quando il quorum si abbasserà e nel segreto dell’urna tutto sarà possibile. Così avrebbe deciso di non commentare il discorso di fine anno di Sergio Mattarella, pur di evitare strumentalizzazioni e interpretazioni sbagliate.
Meglio limitarsi a un ‘neutro’ messaggio di auguri a tutti gli italiani sui profili social (postato non a caso giusto qualche minuto dopo l’intervento del capo dello Stato) che rilasciare dichiarazioni alle agenzie di stampa (a differenza degli anni scorsi). Del resto, assicurano fonti forziste, il Cav non ha mai nascosto tutto l’apprezzamento per l’attuale inquilino del Quirinale. Rinnovandogli in più occasioni, anche in queste settimane, la sua stima personale.
Ma la posta in gioco, oggi, è grande, così come è forte la tentazione di salire al Colle più alto: da qui la massima cautela e l’opportunità politica di mantenere un profilo basso, istituzionale, anche perché ufficialmente non è in campo e i leader di centrodestra all’ultimo vertice a ‘Villa Grande’ hanno deciso di rinviare il rebus quirinalizio ai primi di gennaio. Per non alimentare polemiche ma soprattutto per aver maggiore contezza sui ‘numeri’ in Parlamento, specialmente nella ‘terra di mezzo’ dei gruppi misti.
Berlusconi sa benissimo che la corsa quirinalizia è una vera e propria roulette, piena di insidie e variabili. A cominciare dal ‘fuoco amico’ (all’interno del centrodestra e della stessa Forza Italia), sempre in agguato, e dalle vicende giudiziarie. L’ex premier non vuole certo essere un ‘candidato di bandiera’ e ‘bruciarsi’: più saggio aspettare e fare scouting sotto traccia tra i ‘grandi elettori’ a caccia di voti utili fino all’ultimo momento.