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Ricerca Unipol-Ipsos sul Pnrr: italiani lo conoscono poco ma salute è una priorità

Solo il 21 per cento degli italiani vanta una conoscenza specifica del Pnrr, mentre il 62 per cento ne ha una cognizione approssimativa: appena il cinque per cento della popolazione ne ha una consapevolezza veramente approfondita. E’ quanto emerge da una ricerca di Changes Unipol, elaborata da Ipsos, che ha analizzato conoscenza, interesse e fiducia nel Pnrr e nelle sue principali caratteristiche. L’indagine è stata realizzata presso un campione nazionale rappresentativo della popolazione di età 16-74 anni (rappresentativi di oltre 44 milioni di individui) e residenti nelle principali aree metropolitane secondo genere, età, area geografica, ampiezza centro, titolo di studio, tenore di vita, professione e nucleo familiare. Sono state realizzate 1.720 interviste. La ricerca, si legge in una nota, evidenzia come la conoscenza del piano aumenti proporzionalmente al crescere dell’età: spicca tra i baby boomers (88 per cento delle persone tra 57 e 74 anni) seguiti dalla Generazione X (83 per cento delle persone tra 41 e 56 anni) ed è meno diffusa tra la Generazione Z (77 per cento delle persone tra i 16 e i 26 anni). I Millennials, coloro che hanno tra i 27 e i 40 anni, hanno una conoscenza complessiva appena sotto la media ma una padronanza del Pnrr sopra la media nazionale (23 per cento).

Dai dati di Changes Unipol, prosegue la nota, emerge che quattro italiani su dieci vedono nel Pnrr uno strumento utile al rilancio del Paese, ma una maggiore conoscenza del piano genera una crescente fiducia con la percentuale degli ottimisti che sale al 54 per cento tra coloro che ritengono di sapere in maniera specifica i contenuti del piano. Tra quest’ultimi, l’elemento di maggior traino è rappresentato dalle competenze del governo per spendere le risorse a disposizione (45 per cento). Considerando la poca padronanza del tema, prosegue la nota, due italiani su tre vorrebbero saperne di più su come le riforme del Pnrr contribuiranno concretamente alla ripresa del Paese: un’esigenza maggiormente sentita dalle generazioni più mature e da chi vive nelle aree metropolitane di Bari, Bologna e Milano. Sembra, al contrario, rappresentare una priorità meno marcata per la Generazione Z e per chi vive a Roma e Verona. Il 73 per cento di chi ha almeno sentito parlare del piano ritiene che i fondi stanziati non saranno comunque sufficienti e, soprattutto, che serviranno altri fondi pubblici. Un’opinione diffusa soprattutto tra i Millennials e nelle aree metropolitane del centro.

Tra le sei missioni del Pnrr, prosegue la nota, la salute è la priorità degli italiani (31 per cento), nonostante sia ultima per i fondi stanziati dal governo. La quarta ondata della pandemia, e il numero crescente di contagi e malati ricoverati, comporta, inevitabilmente, riflessi e condizionamenti sui cittadini che, ad oggi, individuano in digitalizzazione, telemedicina e assistenza territoriale le necessità primarie per il futuro del Paese. Al secondo posto “Rivoluzione verde e Transizione Ecologica”, missione che risulta al primo posto per fondi stanziati, davanti a “Inclusione e coesione sociale” con il 17 per cento, “Istruzione e ricerca” (13), “Infrastrutture per una mobilità sostenibile” (11) e “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura” (10). L’area “Salute” è la prima necessità anche a livello locale ovvero considerando la realtà del luogo dove si abita (per il 29 per cento degli intervistati delle varie aree metropolitane), in particolare a Bologna, Verona e Torino.