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L’aumento dei prezzi e il lavoro agitano l’Europa

Il populismo e il sovranismo che sembravano sopiti, tutto d’un tratto, causa la guerra in Ucraina, sembrano di nuovo in agguato. E’ dovuto all’impennata dei prezzi e alla perdita di potere di acquisto dei salari, per non parlare del problema lavoro, che agitano non poco i popoli europei che guardano con paura ad un futuro incerto e ricco di insidie. Gli europei, non soltanto stentano ad organizzare la propria vita , ma ad organizzare il quotidiano. La maggioranza di essi ritiene che la loro situazione peggiorerà. Si annunciano proteste e rivolte sociali, un fuoco che cova sotto la cenere. Sino a qualche tempo fa si pensava che la mancanza di lavoro fosse la bomba sociale, ora è l’aumento progressivo e costante dei prezzi. Non ci riferiamo ai beni di lusso, ma a quelli di largo consumo: pane, pasta, benzina e gas. E questo sarà uno dei temi che dominerà la campagna elettorale in Italia, in vista delle politiche della primavera del 2023, già praticamente iniziata. A lungo in Europa e nell’Occidente in generale, si è teorizzata che la vera grande sciagura economica risiedesse nella mancanza del lavoro e si era pensato di tassare in modo minimale l’immensa ricchezza accumulata dall’alta finanza e dalla tecnologia, per creare un fondo che fungesse da reddito universale per le classi meno abbienti, ma alla fine sarebbe stato sempre il ceto medio a pagare. Oggi il tema che agita i popoli europei e i loro governi non è più la mancanza del lavoro, perché a lavorare sono sempre più persone, ma sono sempre più povere, perché i salari sono bassi e i prezzi aumentano. Ma diciamoci la verità! Cosa rara di questi tempi! Ma cosa importa all’alta finanza del potere di acquisto dei lavoratori europei? Per chi si è creata un’immensa ricchezza nei paradisi fiscali e adesso trasforma tutto in cripto valute, non gli cambia la vita se un italiano o un francese domani  non potrà fare la spesa. L’Italia negli ultimi trent’anni ha avuto un tasso di crescita pari allo zero, ma con un’inflazione inesistente; ora che l’inflazione è esplosa, il potere di acquisto dei salari sta crollando. Intanto la rabbia cresce. Il governo continua a propagandare false speranze e i media in preda ad un delirio di onnipotenza raccontano una realtà che non esiste. E’ di queste ore l’annuncio del viaggio di Draghi a Washington  per celebrare il modello Italia PER LA RINUNCIA AL GAS RUSSO. Come lo sostituiremo in tempi brevi? Quanto ci costerà questa rinuncia nell’immediato? Quali altri sacrifici i cittadini italiani dovranno affrontare?  Di questo grande carosello di bugie e false celebrazioni ne trarrà vantaggio l’opposizione rappresentata dall’unico partito che è Fratelli d’Italia, anche se non gli basterà per andare al governo del Paese. In Italia, in realtà, la situazione è più grave di quanto non la si voglia far apparire, i dati lo dimostrano. Un esempio per tutti: settemila bar non hanno riaperto dopo il lockdown. Il piccolo commercio soffre per la concorrenza delle vendite sul web. Il reddito pro capite è calato del 2%. Ed è facile immaginare la risposta che i partiti daranno in campagna elettorale. La sinistra, proporrà nuove tasse, fingendo che siano solo per i ricchi, che intanto, come già detto, hanno messo al sicuro il loro tesoro; la destra strizzerà l’occhio a chi le tasse si rifiuta di pagarle.  Il ceto medio sarà ancora di più tartassato. Servirebbe un piano per detassare il lavoro e consentire agli imprenditori di aumentare i salari. In Italia i lavoratori e il ceto medio, gli uni e gli altri impoveriti, non sono disposti ad aspettare più a lungo e in silenzio.

Andrea Viscardi