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False notizie e/o fake news

Preferisco chiamarle usando la lingua italiana: false notizie . Sono un fenomeno vecchio quanto il mondo e sono state usate come armi potenti nelle guerre per combattere e vincere più che manipolare l’opinione pubblica. Cosa è cambiato da allora ad oggi? Due cose essenziali. La prima è che le false notizie non sono più rivolte ad ingannare il nemico, ma fanno appello alle emozioni della gente e non al loro intelletto; vengono adoperate delle formule standard che alla fine suscitano le reazioni delle masse e le disorientano.  La seconda è che si inseriscono in un contesto sempre più marcatamente segnato dalla disinformazione e dalla mistificazione della stessa, per cui l’utente finale si trova nell’impossibilità di verificare l’attendibilità delle fonti e la veridicità delle informazioni che gli vengono fornite. Nel nostro sistema informativo e soprattutto quello televisivo si punta al controllo e alla manipolazione dell’opinione pubblica e nel contempo si favorisce la diffusione di false notizie. Siamo tutti responsabili perché abbiamo consentito la diffusione di un sistema informativo che pone ogni informazione sullo stesso piano, senza alcuna verifica delle fonti, favorendo, così, il proliferare di informazioni che puntualmente vengono smentite e poi ribadite, per poi essere smentite di nuovo fino all’infinito, per cadere infine nel dimenticatoio, lasciando il cittadino disorientato ed in preda alla diffidenza. Viviamo un’epoca contrassegnata dalla banalità e dall’indifferenza, una grande arena dove si celebra l’epopea dell’insulto. Ognuno dice la sua senza timore di essere smentito e più dice enormità più facilmente i talk show gli danno spazio. Purtroppo per molto tempo siamo stati complici di un silenzio assordante lasciando credere che fare comunicazione significa urlare, insultare, banalizzare. E questo girone infernale fa crescere e alimenta le false notizie o come dicono tutti gli internauti, le fake news. Visto che siamo alla fine della fase pandemica, mi piace prenderne a pretesto il vaccino, quindi, dico, dobbiamo “vaccinare” la comunicazione contro il virus delle false notizie. E’ giunto il momento di tirarci su le maniche e cercare di valorizzare il valore dell’ascolto e del silenzio. Gli insulti non sono argomenti, anche se sostengono le nostre tesi. Si tratta, in sostanza, di rilanciare la conoscenza, mettere da parte l’ignoranza e il pressapochismo culturale ed intellettuale, così da ottenere una parità di accesso alle informazioni. Solo così si potrà dotare l’opinione pubblica degli strumenti culturali necessari per distinguere la falsa notizia da una proveniente da fonte accertata. Senza conoscenza e senza cultura della stessa anche la politica e il sistema Stato che esprime rischia di diventare una falsa notizia.

Andrea Viscardi