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Mulè (FI): “Meloni sia meno rigida”

Il neo vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia, Giorgio Mulè, è convinto che il governo si farà, “ma non si deve chiudere in qualsiasi modo”. “La rigidità – dice in un’intervista alla Stampa – si deve trasformare in capacità di dialogo”. Il riferimento è alla premier in pectore Giorgia Meloni, sulla quale “viene avvertita troppa rigidità, come se non si volesse aprire un confronto”. “La verità è una – afferma Mulè – senza Forza Italia il governo non vive”. L’azzurro è convinto che il suo partito non possa essere sostituito da altri. “Nascerebbe un minotauro – spiega – Una creatura mostruosa della quale gli elettori sarebbero terrorizzati”. L’obiettivo di Forza Italia è quello di vedersi riconoscere “pari dignità con la Lega”, e “la storia del partito, che su alcuni temi, come Giustizia e Sviluppo economico, fonda la sua esistenza”. Silvio Berlusconi “resterà il leader” del partito, “il faro che indicherà la soluzione”, “e quindi supererà delle divergenze in fondo normali in questa fase”, assicura l’azzurro. Mentre il coordinatore Antonio Tajani potrebbe delegare l’incarico nel caso venisse scelto come ministro e vicepremier. “Maciste poteva sopportare molti pesi, ma fino a un certo punto”, afferma. “Antonio ha capacità straordinarie e sarà lui stesso, se ritiene di non poter sopportare questo peso, a porre il problema a Berlusconi”. Mulè sostiene infine che Licia Ronzulli “è stata immolata sull’altare di una demonizzazione e strumentalizzazione interessata nel centrodestra, ma anche in Forza Italia”.