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BRUXELLES – MIGRANTI/ROTTA BALCANICA, ARRIVANO DA U.E. CINQUANTA 007

Stanziati oltre 33 milioni di euro per il sostegno alla prevenzione e lotta al traffico di migranti e alla tratta di essere umani nei Balcani occidentali.
Il progetto per contrastare la tratta di esseri umani e dei reati connessi all’immigrazione clandestina è stato sottoscritto, il 1° giugno scorso, a Bruxelles, dai rappresentanti di Germania, Italia, Francia, Paesi Bassi, Austria e Unione Europea.
L’attività, che entrerà nel vivo già dal prossimo 12 giugno con delle visite introduttive presso i paesi beneficiari e durerà 4 anni, verrà finanziata con 30 milioni di euro messi a disposizione dall’U. E., 1,5 milioni di euro dalla Germania, 1,4 milioni di euro dall’Italia e 428.000 euro dai Paesi Bassi.
Sul campo saranno impegnati funzionari di polizia, magistrati e altri esperti tedeschi, italiani, francesi, olandesi e austriaci, che si avvarranno anche di qualificati collaboratori locali.
L’intervento internazionale si concentrerà in favore dei territori albanesi, kossovari, montenegrini, macedoni del nord, serbi e bosniaci-erzegovini.
L’iniziativa per l’Unione Europea assume carattere di altissima priorità in tema di sicurezza legata al contrasto dell’immigrazione clandestina proveniente dalla rotta balcanica occidentale.
Dati FRONTEX evidenziano, infatti, come il fenomeno migratorio, lungo la dorsale balcanica, nel 2022, abbia registrato un incremento del 136 per cento, rispetto all’anno precedente, con 145600 migranti censiti, ponendo questa parte del mondo, quale principale corridoio di traffici di essere umani verso l’Europa provenienti essenzialmente da Siria, Afghanistan, Turchia e Tunisia.
Le sedi operative interforze in cui parteciperà attivamente anche l’Italia saranno ubicate a Sarajevo, Pristina, Podgorica e Belgrado.
La task force, messo in campo, sarà composta complessivamente da una cinquantina di operatori altamente specializzati in sicurezza e cooperazione internazionale e, al suo interno, l’aliquota italiana verrà formata da una dozzina di agenti speciali.
Il project manager dell’operazione, che opererà direttamente dalla capitale bosniaca, sarà un Dirigente Superiore della Polizia di Stato – grado che nelle FF.AA. corrisponde a Generale di Brigata – mentre le forze di polizia italiane (Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia di Stato), oltre ad operare dal centro di coordinamento romano e dal presidio principale di Sarajevo, vedranno l’impiego di un ufficiale/funzionario in ciascuna delle quattro sedi operative balcaniche.
Non tutti i Paesi, impegnati nell’operazione, impiegheranno personale di polizia, come l’Italia. Della task force faranno parte, anche, magistrati, come nel caso di quelli impiegati dai Paesi Bassi.