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Mes: il governo prende tempo e cerca il rinvio in Aula

Il governo entra in crisi sul Mes. Senza dubbio, o forse come era previsto. Da una parte il Ministero dell’Economia promuove il Meccanismo di Stabilità e dall’altra parte si apre una spaccatura nella maggioranza.

La ratifica del Mes non produrrebbe ‘nuovi o maggiori oneri’, non si intravede ‘un peggioramento del rischio’ e anzi potrebbe portare a un miglioramento del rating dell’Italia.

Queste considerazioni mettono alla prova il muro sin qui eretto da Giorgia Meloni per la ratifica del Meccanismo europeo di stabilità, e generano tensione di conseguenza nel centrodestra. Anche perché i più irremovibili sull’argomento sono proprio nella Lega. Le parole del capogruppo alla Camera, Davide Crippa, non lasciano spazio a fraintendimenti. 

Ma sul Mes la linea del governo non cambia e non c’è una divergenza ‘politica’ sulla questione. È questo ciò che filtra da Palazzo Chigi, dopo la pubblicazione della lettera che il Mef ha inviato alla commissione Esteri della Camera, presieduta da Giulio Tremonti.

‘Per quanto riguarda gli effetti diretti sulle grandezze di finanza pubblica, dalla ratifica del suddetto accordo non discendono nuovi o maggiori oneri rispetto a quelli autorizzati in occasione della ratifica del trattato istitutivo del meccanismo europeo di stabilità del 2012’, si legge nella lettera inviata dal capo di gabinetto del Mef alla commissione Esteri della Camera. ‘Con riferimento a eventuali effetti indiretti, in linea generale questi appaiono di difficile valutazione. Essi potrebbero astrattamente presentarsi qualora le modifiche apportate con l’accordo rendessero il Mes più rischioso e quindi maggiormente probabile la riduzione del capitale versato o la richiesta di pagamento delle quote non versate nel capitale autorizzato. Ciò premesso, non si rinvengono nell’accordo modifiche tali da far presumere un peggioramento del rischio legato a suddetta istituzione. Inoltre non si ha notizia che un peggioramento del rischio del Mes sia stato evidenziato da altri soggetti quali le agenzie di rating, che hanno invero confermato la più alta valutazione attribuitagli anche dopo la firma degli accordi sulla riforma’, continua la lettera. 

La valutazione del Mef era stata richiesta lo scorso 27 aprile. A questo punto la maggioranza preferirebbe un rinvio, almeno a dopo l’estate, dell’esame in Aula che al momento è calendarizzato per il 30 giugno, mentre prosegue il confronto con Bruxelles.