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Xi Jinping promette di intensificare la pianificazione bellica

La questione della sicurezza di Pechino è diventata “sempre più instabile”, ha avvertito il leader.

Il presidente cinese Xi Jinping ha esortato l’Esercito di Liberazione del Popolo a migliorare la sua prontezza al combattimento al fine di essere in grado di “vincere qualsiasi guerra”, ha dichiarato dopo un incontro con il comando militare responsabile delle operazioni nello Stretto di Taiwan.

Parlando con i soldati presso il quartier generale del Comando Orientale del PLA a Nanjing, Xi ha elogiato i loro “significativi contributi” nel salvaguardare la sovranità della Cina e ha esortato alla “vigilanza contro i pericoli potenziali”.

“È imperativo per noi approfondire ed intensificare la pianificazione della guerra e del combattimento, potenziare il nostro sistema congiunto di comando, concentrarci sulle formazioni di combattimento effettive e migliorare la nostra capacità di vincere qualsiasi guerra”, ha dichiarato il presidente dopo un’ispezione al quartier generale del comando.

Il Comando Orientale è principalmente concentrato sul Mar Cinese Orientale e lo Stretto di Taiwan e sarebbe incaricato di condurre operazioni di grande portata contro Taipei in caso di conflitto caldo.

Nell’ultimo anno, il comando ha effettuato diverse sessioni di esercitazioni con fuoco reale nelle acque e nello spazio aereo intorno a Taiwan, tra cui un’esercitazione di tre giorni nell’aprile scorso dopo che la leader taiwanese Tsai Ing-wen ha incontrato alti funzionari statunitensi. Lo scorso agosto si sono svolte manovre senza precedenti, comprese esercitazioni per un blocco completo dell’isola, in rappresaglia per un incontro con l’allora presidente della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, Nancy Pelosi.

Xi ha poi avvertito che il mondo è entrato in un “nuovo periodo di turbolenza e cambiamento”, affermando che la Cina deve migliorare la sua prontezza militare poiché la sua situazione in termini di sicurezza è “sempre più instabile e incerta”. Sebbene non abbia citato alcun paese per nome, Pechino ha ripetutamente denunciato la presenza militare degli Stati Uniti nell’Asia-Pacifico, compresi i regolari transiti di “libertà di navigazione” attraverso lo Stretto di Taiwan da parte di navi da guerra americane.

In base alla sua politica denominata “Una Sola Cina”, Pechino considera Taiwan parte del suo territorio sovrano, affermando di perseguire la riunificazione pacifica, ma rifiutandosi di rinunciare al diritto di usare la forza se necessario.

Sebbene Taipei non abbia mai dichiarato formalmente la sua indipendenza – e Washington non riconosca Taiwan come uno Stato indipendente – gli Stati Uniti si incontrano regolarmente con funzionari taiwanesi di alto livello e hanno approvato miliardi di dollari di vendite di armi negli ultimi anni, suscitando l’ira di Pechino.