CronacaItalia

Occupazione femminile: Italia 18 punti sotto la media europea

Ogni anno nuovo inizia con i bilanci dell’anno precedente e secondo gli ultimi dati Istat sull’occupazione femminile, abbiamo molto lavoro da fare (ma soprattutto da procurare) nel 2024.

Il tasso di donne lavoratrici, tra i 15 e i 54 anni, nel nostro Paese, è del 52,6% (+1,2 punti rispetto al 2022), il più basso tra tutti i paesi europei (18 punti al di sotto della media).

Il gender gap lavorativo (e non solo) continua, purtroppo, a dimostrarsi un problema concreto in un’Italia che, per la prima volta nella storia, vede un premier donna alla sua guida. Un’Italia dove non solo le donne lavorano di meno, ma quando riescono a trovare lavoro sono anche più esposte a posizioni precarie (poco più di un quarto delle donne lavoratrici non ha una posizione stabile).

Le cause sono, come sempre, di natura culturale: il tasso di occupazione delle donne che vivono da sole è dell’81,3%; quello delle mamme scende a 60,2%. Ad incidere sulle percentuali, c’è anche il livello di istruzione: donne laureate, che vivono da sole, hanno un tasso di occupazione del 97%. Per tutte le altre, trovare un lavoro significa tenere in equilibrio un delicato castello di carte poggiato su tre pilastri fondamentali: carichi familiari (sempre sbilanciati tra madre e padre); aspirazioni personali e carriera. Il che, è già di per sé un lavoro.

Per le indagini del World economic forum, nella top ten dei paesi impegnati al contrasto della disparità di genere ci sono Islanda, Norvegia, Finlandia, Svezia, Germania, Lituania e Belgio (tra quelli europei). Paesi (per la maggior parte) non nuovi agli elogi e noti per la loro spinta al progresso, ma che nel loro virtuosismo continuano a perdere qualche pezzo del puzzle: i tipi di disparità sono troppi per essere combattuti in un unico modo efficace. Bisogna considerare il divario in politica; nel lavoro; nelle opportunità economiche; nell’istruzione. Ci vorranno 131 anni per raggiungere la parità completa e il 2154 è segnato come l’anno della svolta, a cui nessuno di noi potrà assistere.

Ma è fondamentale rimanere focalizzati sull’obiettivo per provare, quantomeno, ad accorciare le distanze con quel fatidico anno irraggiungibile; prendere spunto da chi ci sta provando e mettere in atto il cambiamento di cui abbiamo disperatamente bisogno. La vicina Francia ha appena approvato il congedo parentale di sei mesi per entrambi i genitori. E se è vero che la riforma è nata con l’intento di combattere la denatalità, Macron ha capito una cosa: non abbiamo più intenzione di scegliere tra noi e gli altri.

di Alice Franceschi