Politica

“Draghi figlio di papà”: Sallusti azzera Travaglio

Mario Draghi sarebbe “un figlio di papà che non capisce un ca…”, o almeno così lo ha definito Marco Travaglio raccogliendo gli applausi convinti dei presenti alla festa di Articolo 1, il partito di maggioranza in cui milita il ministro della Sanità, Roberto Speranza. Va da sé che il presidente del consiglio non può tecnicamente essere “figlio di papà” in quanto orfano fin dalla tenera età, ma si sa che i giornalisti spesso buttano lì le cose senza neppure informarsi.

Ma questioni familiari a parte, sono interessanti le motivazioni per cui Draghi non “capirebbe un ca…”: per Marco Travaglio il premier “non sa nulla di sanità”. Ecco, parlasse un premio Nobel per la medicina, un illustre primario, un grande ricercatore non capirei l’invasione di campo ma almeno l’interessato avrebbe il titolo per farlo. Ma mi chiedo: che cavolo ne sa Marco Travaglio di Covid e sanità per dare pagelle di competenza? E soprattutto, perché tale ignoranza non venne a suo tempo rinfacciata a Giuseppe Conte che sicuramente non distingue una Aspirina da un antibiotico?

In realtà non mi risulta che nella storia ci si mai stato un premier con particolari competenze mediche, competenze che per altro non sono richieste al momento della sua assunzione. Ad un presidente del consiglio è chiesta visione e capacità di scegliere gli uomini giusti al posto giusto e qui casca l’asino Travaglio: Conte si era affidato ad Arcuri (caos mascherine, banchi a rotelle e migliaia di morti), Draghi ha scelto il generale Figliuolo (90 per cento di over 70 già vaccinati, ricoveri in terapie intensive di fatto azzerati se non fosse per i no vax rimasti in circolazione).

Ma si sa, Dio li fa e poi li accoppia, dice il proverbio, migliori con migliori e incapaci con incapaci (infatti la domanda più frequente è: che cosa ci fa Draghi insieme a Speranza?). E anche i giornalisti seguono il loro destino perché questo sarà anche un Paese di “figli di papà” ma è anche pieno zeppo di “figli di…”. E ogni giorno c’è qualcuno che ce lo testimonia.