I malumori di Giancarlo Giorgetti, svelati da  Il Foglio,  cambia le carte in tavola nel partito guidato da Matteo Salvini: “Non mi ricandido più, questo è il mio ultimo giro, non mi riconosco più nel progetto”. Giorgetti non voleva neanche partecipare alla festa della Lega a Cervia e i salviniani hanno dovuto compiere un autentico miracolo per strappare il suo sì.

Giorgetti  non si riconosce più nel percorso portato avanti da Matteo Salvini. Giancarlo nel governo è in quota Draghi, non in quota Lega, è la battuta che ora circola tra i volti più freschi del Carroccio.

C’è poi pace fatta tra il leader della Lega, Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico e vice-segretario federale della Lega, che aveva annunciato clamorosamente di non volersi più candidare, in dissenso con la linea politica adottata nelle ultime settimane da Salvini, soprattutto su green pass e vaccini contro il Covid 19, ma anche per i ripetuti e destabilizzanti attacchi al governo delle larghe intese di Mario Draghi, di cui la Lega è parte.

Il patto è arrivato nell’ultimo giorno del Papeete 2021, la kermesse leghista che si è svolta dal 30 luglio al 1 agosto nel noto stabilimento balneare e discoteca di Milano Marittima, gestito dall’europarlamentare Massimo Casanova, che in Abruzzo, suo collegio elettorale, è di casa. Amico di Salvini, e si dice sia stato lui uno degli artefici della ‘riappacificazione’.

Rivelatrice, e da leggere tra le righe, resta la risposta data da Giorgetti ai giornalisti: ‘Non c’è bisogno di alcun patto o chiarimento, abbiamo tracciato un programma di lavoro. Perchè siete così interessati? Neanche fossimo Gorbaciov e Reagan a Reykjavik’, aggiungendo: ‘Questa storia che non mi voglio ricandidare è vecchia: io appartengo a un movimento politico dove le candidature non vengono chieste ma vengono concesse. Se Salvini mi dirà di candidarmi lo farò, sennò no’. Giorgetti, in realtà, pensa ad una destra che possa essere sentinella di democrazia.