Covid. L’allarme dell’Oms: In Europa si rischiano 236mila morti entro il 1 dicembre
L’Europa rischia di diventare un cimitero a causa del Covid. L’allarme è lanciato da Hans Kluge, direttore regionale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per l’Europa, durante il briefing di aggiornamento sulla situazione Covid nell’area. “In Europa entro il 1 dicembre si rischiano 236mila morti” se non si corre ai ripari. Tre sarebbero i fattori di questa impennata di morti secondo il massimo dirigente europeo dell’Oms, “la variante Delta più trasmissibile, ora segnalata in 50 Paesi della regione”, su 53; “l’allentamento delle misure di sanità pubblica e un’impennata dei viaggi” in estate. Un quadro peggiorato dall’aumento del carico di ricoveri negli ospedali. La soluzione suggerita è sempre la stessa: i vaccini unitamente ai “livelli multipli di protezione”.
“La vaccinazione è un diritto, ma è anche una responsabilità. E la stagnazione nella diffusione dei vaccini nella nostra Regione è motivo di seria preoccupazione” ha sottolineato Kluge.
I vaccini “sono il percorso verso la riapertura delle società e la stabilizzazione delle economie. In circa 8 mesi sono state somministrate quasi 850 milioni di dosi, con quasi la metà della popolazione della Regione completamente vaccinata. Questo è un risultato notevole. Tuttavia, nelle ultime 6 settimane, la diffusione della vaccinazione nella Regione è rallentata, influenzata dalla mancanza di accesso ai vaccini in alcuni paesi e dalla mancanza di accettazione dei vaccini in altri”.
“Ora che le misure sanitarie e sociali sono state allentate in molti Paesi, l’accettazione della vaccinazione da parte del pubblico è fondamentale se vogliamo evitare una maggiore trasmissione, malattie più gravi, un aumento dei decessi e un rischio maggiore che emergano nuove varianti di preoccupazione”, ha spiegato il direttore regionale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per l’Europa.
“Ad oggi solo il 6% delle persone nei Paesi a basso e medio reddito della nostra Regione ha completato il ciclo vaccinale. Anche se quasi 3 operatori sanitari su 4 nella nostra regione hanno completato la vaccinazione, ci sono Paesi che sono riusciti a vaccinare solo 1 sanitario su 10. C’è una chiara necessità di aumentare la produzione, condividere le dosi e migliorare l’accesso ai vaccini degli Stati membri. Tutti, ovunque, dovrebbero avere il diritto di ricevere il ciclo vaccinale completo”.