Politica

Conte in bilico tra correnti e veleni

Conte ha provato a scaricare sull’astensionismo il flop elettorale che ha consentito al Pd di fagocitare i Cinquestelle: ‘Il vero protagonista di questa tornata di ballottaggi è in modo drammatico l’astensionismo. Un astensionismo che sfiora il 60% è un dato che deve farci riflettere e dovrebbe allarmare tutte le forze politiche. Il Movimento 5 Stelle ha il dovere di dare una risposta a chi non crede più nella Politica come soluzione. C’è poco da parlare e molto da fare. A partire dalla nostra immediata riorganizzazione, dalla nostra rinnovata capacità di saper rispondere ai territori, al cuore del nostro Paese’, scrive  il leader del M5S Giuseppe Conte, commentando l’esito dei ballottaggi.

Dopo la dura sconfitta nelle amministrative per i grillini si aprono gli scontri interni. Il primo è  rappresentato dall’elezione dei nuovo capigruppo parlamentari che dovrà mettere d’accordo tre correnti.

‘Mettiamola così’, spiega un parlamentare 5Stelle alla seconda legislatura, ‘Il nostro gruppo alla Camera è composto da 159 membri. I filo-contiani sono una cinquantina. Poi c’è un altro gruppone – altri 50 deputati – che sta nel mezzo. E poi ci sono altri 50 circa che soffrono questo schiacciamento sul Pd. Ma l’ago della bilancia sono i ‘dimaiani’, sempre più trasversali e che  risulteranno decisivi per l’elezione del prossimo capogruppo’.

C’è poi l’elezione del nuovo presidente del gruppo a Montecitorio.  Conte avrebbe chiesto di far coincidere l’elezione del capogruppo al Senato con quella del capogruppo alla Camera. Tra le ipotesi anche il rinvio della partita dei capigruppo a dopo l’elezione del Presidente della Repubblica.

Alla Camera, secondo lo statuto del gruppo M5S, è richiesta la maggioranza assoluta dei deputati grillini. E in questa partita i ‘non contiani’ potrebbero far pesare i loro voti.

Oltre alle presidenze dei gruppi ci sono molte caselle da riempire nel futuro Consiglio nazionale. ‘C’è posto per tutti’, va ripetendo Conte in queste ore a chi gli chiede delle prossime nomine. Oltre al Consiglio nazionale, l’organigramma pentastellato prevede una serie di Comitati. Posti che Conte potrebbe utilizzare per placare malumori e appetiti interni. Si va dal Comitato nazionale progetti al Comitato per la formazione e l’aggiornamento. Dal Comitato per i rapporti europei e internazionali a quello per i rapporti territoriali.

Alessandro Di Battista polemico contro il governo commenta i fatti di Trieste e nel suo mirino  c’è il ministro Lamorgese che ha usato gli idranti contro i No Green Pass di Trieste, ma soprattutto il leader dei grillini Conte, ‘colpevole’ di aver abbandonato gli operai e i proletari che protestano al proprio destino.

Le forze dell’ordine hanno utilizzato idranti e lacrimogeni facendo pressione sulle centinaia di manifestanti, spinti verso l’area parcheggio del porto. La maggior parte erano seduti a terra, gridano lo slogan come ‘la gente come noi non molla mai’ e poi ‘No green pass’. Maniere forti che non sono piaciute a Di Battista e sulle quali Conte ha taciuto, a differenza del centrodestra.

‘Abbiamo vissuto 2 anni molto complicati. Serviva intelligenza, ascolto, pacificazione. Invece sono arrivati lacrimogeni, idranti e manganelli. E lavoratori che manifestano pacificamente sono trattati da criminali’, ha scritto il deputato M5s Alessando Di Battista in un post in cui ricorda di essere un ‘pro-vax’ non dimenticando di attaccare  Conte.

Di Battista ha una sola ricetta: mollare Draghi e il Pd.