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Di Maio al M5S: No ad elezioni anticipate dopo elezioni del Presidente della Repubblica

Prima Giuseppe Conte e poi Luigi Di Maio. Il leader del partito ed il ministro degli Esteri rassicurano le truppe M5S sul voto anticipato dopo l’elezione del successore di Sergio Mattarella. “Pensare di eleggere un presidente della Repubblica e un attimo dopo votare non è nell’ordine delle cose. Non abbiamo nessuna fretta di andare a votare…”, assicura Di Maio. Parole che seguono quelle dell’ex premier pronunciate ventiquattrore prima. “No ad elezioni antipate, non c’è fretta per andare a votare. Pensare di eleggere un presidente e un attimo dopo andare a votare non è nell’ordine delle cose”. Dunque peones e non peones, posso stare tranquilli: resteranno sugli scranni parlamenteri ancora per un pò di tempo, così da non perdere il diritto alla pensione. Ed entrambi giudicano l’attuale presidente del consiglio un ottimo, se non il migliore, per il ruolo di Presidente della Repubblica. Tanto che l’ex numero uno del Movimento voterebbe Draghi anche domani mattina. “Se mi chiedono se sarebbe un buon presidente della Repubblica, rispondo che lo voterei domattina”. Più chiaro di questo non potrebbe essere l’attuale responsabile della Fanesina che sbarra la strada del Colle a Berlusconi. “Improbabile” che Silvio Berlusconi possa diventare il prossimo presidente della Repubblica e “credo che se ne stia accorgendo anche Berlusconi. Salvini e Meloni stanno giocando con lui, auguri”. Il problema è che, come dimostrato con il Ddl Zan, con il voto segreto possano succedere delle cose ‘sinistre’. Gli applausi in Senato da parte del centrodestra dopo la bocciatura del ddl Zan sono stati dei “giochini di Palazzo”, una “strumentalizzazione senza pudore” in vista delle elezioni per il Quirinale, rimarca in un’intervista a La Stampa Luigi Di Maio, per il quale si è trattato di “un tentativo di ricatto per arrivare alle elezioni anticipate”. Di sicuro, il ministro degli Esteri, non si fida dei due leader di Lega e Fratelli d’Italia che strizzano l’occhio a “a No Vax e No Green Pass di sicuro non giova alla loro credibilità”. E poi se “sono costretti a incontrarsi ogni settimana per giurare che vanno d’accordo, mi viene da pensare che il litigio sia la loro modalità di relazione”. Niente sconti nemmeno al leader di Italia Viva. “Salvini e Renzi sono due facce della stessa medaglia. La loro cifra è l’inaffidabilità”. Infine, spiega l’ex capo politico pentastellato, il Movimento non è una costola del Pd. “Abbiamo identità diverse. Poi su lavoro e transizione ecologica abbiamo una visione comune”.