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Nato: ok Senato Usa ad adesione Svezia e Finlandia

Via libera del Senato degli Stati Uniti all’adesione alla Nato di Svezia e Finlandia, un passo decisivo per la ratifica da parte degli Usa dell’adesione dei due Paesi all’Alleanza Atlantica. La Camera alta, controllata dai Democratici, ha registrato 95 voti a favore. Il Senato ha anche approvato un emendamento che stabilisce che tutti i membri della Nato devono spendere almeno il 2% del loro PIL per la difesa e il 20% del loro bilancio per la difesa in “attrezzature importanti, ricerca e sviluppo” entro il 2024.

Il Senato ha invece respinto un emendamento repubblicano per evitare che l’impegno della Nato a difendere i suoi membri fosse posto al di sopra del potere del Congresso di autorizzare l’uso della forza militare. Il processo di ratifica dei nuovi membri della Nato varia da Paese a Paese: negli Stati Uniti richiede l’approvazione dei due terzi del Senato e la successiva firma del Presidente. I leader della Nato hanno deciso, al vertice di Madrid di fine giugno, di avviare il processo di ammissione di Svezia e Finlandia. Entrambi i Paesi hanno lo status di osservatori provvisori e diventeranno membri a pieno titolo quando tutti i 30 membri dell’Alleanza ratificheranno l’adesione. Svezia e Finlandia hanno presentato la loro domanda di adesione il 18 maggio. Lo hanno fatto presso la sede dell’organizzazione transatlantica a Bruxelles, in occasione di un incontro dei rispettivi ambasciatori Nato con il Segretario Generale della Nato Jens Stoltenberg. La Turchia aveva posto il veto all’adesione e chiedeva una maggiore cooperazione nella lotta contro le organizzazioni etichettate come terroristiche da Ankara, ma alla fine ha raggiunto un accordo con Svezia e Finlandia, con la mediazione di Stoltenberg e il consenso degli Stati Uniti. L’adesione di Svezia e Finlandia consentira’ alla Nato di disporre di corridoi marittimi e aerei alternativi a sostegno degli Stati baltici. Il senatore repubblicano Josh Hawley e’ stato l’unico a votare contro l’adesione. “L’espansione comportera’ nuovi obblighi per gli Stati Uniti”, ha dichiarato, convinto che il suo Paese non debba concentrarsi sull’Europa, ma sull’Asia, per contrastare la crescente minaccia cinese.