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Questione sociale e ambientale

Sono due facce della stessa medaglia. La globalizzazione ha fatto fare un salto di qualità alla vita sociale grazie a due fattori fondamentali: la convergenza tra la liberazione del desiderio individuale e l’aumento della capacità produttiva hanno reso possibile una crescita enorme della possibilità di vita per miliardi di persone. Concretamente la crescita economica che ha caratterizzato il secolo scorso e l’inizio di quello in corso, ha visto allungare l’aspettativa di vita, migliorare l’alimentazione e l’ ampliamento delle attività che ogni individuo può svolgere. Il successo è stato tale da sconvolgere l’equilibrio dell’intero pianeta. Per arrivare a questa evoluzione della società si è sacrificato inevitabilmente l’ambiente e per certi aspetti la natura, che per quanto madre, sa essere anche matrigna, ribellandosi alla mano incosciente dell’uomo. Di questo sembra che, anche se tardivamente, l’uomo ne abbia preso coscienza e sarà un vincolo che diventerà sempre più stringente negli anni a venire. E’ inutile nasconderci dietro a false informazioni, l’uomo nella sua organizzazione sociale, sta scivolando nel decadimento verso il disordine, verso un processo di disorganizzazione delle forme stesse di vita. Questo stato di cose si trascina dietro effetti nefasti, con la conseguenza di uno squilibrio della vita sociale che genera disuguaglianze, squilibri demografici, incidendo inevitabilmente sulla psiche stessa dell’uomo. In questa prospettiva, la questione sociale e quella ambientale non sono altro che due facce della stessa medaglia. E vanno risolte congiuntamente. Occorre programmare un nuovo modello di crescita, perché la cosiddetta crescita espansiva che ha caratterizzato il modello sociale per gran parte dello scorso secolo e l’inizio di questo, non ha più ragione di esistere. Questo comporterà che i sistemi politici devono inevitabilmente rinnovarsi ‘il guardaroba’ e ridisegnare i rapporti tra democrazie ed autocrazie, per gestire questo periodo di transizione che non sarà  né breve e né facile . E le democrazie liberali saranno in grado di accettare questa sfida? Non sarà semplice cambiare modello di vita sociale ed economica, potrebbe questo favorire sempre di più i governi autarchici, governi che eticamente imporranno alle loro popolazioni modelli di vita che non corrisponderanno alle esigenze individuali; il desiderio individuale correrà il rischio di essere compresso e con esso la stessa dignità umana. Svolta indispensabile sarà quella di formare una cultura capace di trasformare sia la produzione che i consumi. La sfida sarà quella di approfittare delle nuove tecnologie messe in campo ed in continua evoluzione  per combinare il nuovo ambiente tecnologico digitale e  evoluzione culturale.

Andrea Viscardi