LibriNews

Joaquín Navarro-Valls: “I miei anni con Giovanni Paolo II”

Presentato a Roma il memoriale inedito del giornalista spagnolo Joaquín Navarro-Valls, il portavoce di Giovanni Paolo II. Dal libro emergono aspetti che ci aiutano a comprendere meglio la figura del Pontefice

Joaquín Navarro-Valls: il primo portavoce laico 

Roma-5 giugno. Presso l’Aula Magna “Giovanni Paolo II”, della Pontificia Università della Santa Croce, si è svolta una tavola rotonda in occasione della pubblicazione del libroI miei anni con Giovanni Paolo II”. 

A scriverlo, Joaquín Navarro-Valls (1936-2017), che per oltre vent’anni è stato il portavoce del Sommo Pontefice. «Primo laico a ricoprire questo incarico, svolse un ruolo importante nella Diplomazia Vaticana durante i pontificati di San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI»- spiega a “25oranews.it” il giornalista Roberto Montoya di Rainews.it, esperto in materia vaticana, presente all’incontro. Il lavoro è una raccolta di scritti inediti narrati in prima persona e di appunti storici, che ci aiutano a comprendere al meglio la figura di Karol Józef Wojtyła, uno degli uomini più influenti al mondo, che ha contribuito a riscrivere la storia mondale del XX secolo.

Lavorando fianco a fianco con Giovanni Paolo II, Navarro Valls ha assistito a dei cambiamenti epocali, riportando i fatti con grande garbo e sobrietà.

Nel libro troviamo alcuni «capitoli dedicati alla prima delegazione vaticana recatasi nella Mosca sovietica, all’incontro con Gorbaciov in Vaticano, alla preparazione del viaggio del Papa nella Cuba di Fidel Castro, o all’assassinio del comandante della Guardia Svizzera»-prosegue Montoya.

L’intervento di Padre Lombardi sul libro di Joaquín Navarro Valls

L’attuale Presidente della Fondazione Joseph Ratzinger, Padre Federico Lombardi Sj afferma poi «Negli appunti di Navarro-Valls sono presenti alcuni riferimenti a difficoltà legate soprattutto alla mancanza di sensibilità comunicativa da parte di alcune figure decisionali all’interno della Santa Sede. In alcuni casi, egli risolse questi problemi rivolgendosi direttamente al Papa. Negli ultimi anni del pontificato, tuttavia, in considerazione dello stato di salute di Giovanni Paolo II, Navarro preferì risparmiargli quel peso».

«Non considerò quel suo accesso diretto al Papa come un privilegio, ma come un qualcosa di essenziale per raggiungere e migliorare la sua sintonia con il Pontefice» – continua Lombardi. «Nessuno in Vaticano era a conoscenza dello stretto rapporto tra Governo e comunicazione. Il dottor Navarro ne era pienamente consapevole, e per questo insistette per stabilire un intenso rapporto, prima di tutto, con il Papa. Ma in una realtà complessa come il Vaticano niente è facile».

Un personaggio ammirato dal Papa

Tornando all’autore del libro, pare che Giovanni Paolo II nutrisse un profondo affetto nei suoi confronti. Per il Papa era più di un portavoce. Era un confidente riservato, un amico o un figlio in grado di far tornare il buon umore al proprio padre. A tal proposito si ricorda un episodio in cui Navarro Valls indossò un naso da clown per far ridere il Papa, evitando in questo modo che si notasse la rigidità espressiva causata dal morbo di Parkinson.

«Apparteneva ad una generazione che utilizzava la memoria. Lui non registrava queste conversazioni con un registratore. Si trattava di conversazioni informali a pranzo, a cena o in montagna e lui ha avuto la forza di prendere appunti anche dopo intense giornate di lavoro» aggiunge curatore del libro, Prof. Diego Contreras.

Perché un libro postumo?

La risposta arriva dal fratello del portavoce Rafael – secondo cui questa decisione sarebbe stata presa  «proprio per non mostrarsi come il modello comunicativo della Santa Sede, in un momento in cui tutto ciò che riguardava la comunicazione vaticana veniva ripensato e riorganizzato».