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Oms: ‘senza zuccheri’ tra le sostanze cancerogene”

Le aziende alimentari hanno reso possibile, per i consumatori, gustare un cibo dolce pur evitando le conseguenze che zucchero e calorie provocano all’organismo. Ma tutto ha un prezzo: quando viene a mancare lo zucchero, è necessario trovare una sostanza artificiale che possa permettere, al prodotto dietetico, di avere lo stesso gusto di quello originale. Sono sostanze spesso insapori, ma dolcificanti talmente efficaci, da superare lo zucchero di duecento volte in dolcezza.

L’edulcorante più usato in assoluto si conosce con il nome di Aspartame e si trova in bevande, yogurt, gomme da masticare, persino nel gelato, ma entro la prima metà di questo mese potrebbe essere considerato cancerogeno.

Queste sono le prime notizie che arrivano da una ricerca dell’agenzia dell’Oms specializzata nel cancro (Iarc, International Agency for Research on Cancer): ci si aspetta che entro il 14 luglio, l’Aspartame sarà ufficialmente dichiarato pericoloso sulla rivista Lancet Oncology.

Le sostanze contenenti questo dolcificante verranno classificate, a seconda della sua concentrazione, in: gruppo 1, da sottoporre ad un controllo cancerogeno; gruppo 2A, probabili cancerogene e gruppo 2B, possibili cancerogene. La quantità massima di Aspartame che può assumere una persona al giorno era stata fissata, dallo stesso Iarc, quant’anni fa, sui 40 mg per chilo di peso corporeo: questo significa che, una persona di 60kg, dovrebbe bere tra le 12 e le 36 lattine di bibita gassata dietetica al giorno per considerarsi in pericolo. Si tratta di una quantità elevata, per chi non soffre di dipendenza: per questo motivo, l’Associazione Internazionale dei Dolcificanti punta il dito contro le dichiarazioni vaghe dello Iarc che hanno, già in passato, influenzato, ingiustamente e senza tenere conto delle proporzioni, i consumatori.

Ma la dipendenza da prodotti con Aspartame è più diffusa di quanto non si creda: la giornalista Sirin Kale dichiara di essersi unita ad un gruppo di supporto Facebook per persone dipendenti dalla Coca Cola Light. Scrive di aver speso, per moltissimo tempo, 500 sterline all’anno in lattine (significa averne bevuta almeno mezza al giorno, tutti i giorni dell’anno) e di aver compreso, solo tardi, gli effetti nocivi della bibita. Il suo non è un caso limite, ma è lei stessa ad aver percepito di star bevendo Coca Cola dalla mattina alla sera. A creare dipendenza non è l’Aspartame, di per sé insapore, ma la caffeina: quest’ultima stimola i neurotrasmettitori, tra i quali la dopamina. Quando il cervello percepisce di non aver ricevuto l’apporto di caffeina a cui si è abituato da tempo, allora l’organismo va in astinenza.

Venti lattine al giorno sono davvero moltissime: si raggiungono soltanto in casi patologici di dipendenza. Ma se alle bibite si aggiungono gomme da masticare, merendine, yogurt e altri prodotti dietetici, la dose di Aspartame giornaliera indubbiamente cresce. Non resta, allora, che attendere gli esiti dell’Oms.

di Alice Franceschi