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La Russia termina l’accordo sul grano

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha dichiarato ai giornalisti che la fine dell’accordo non sarebbe legata all’attacco dell’Ucraina al Ponte di Crimea.

Gli accordi che sostenevano l’accordo sul grano del Mar Nero sono “terminati”, ha annunciato il Cremlino questa mattina. Il portavoce Dmitry Peskov ha detto che la Russia ritornerà immediatamente a rispettare l’accordo quando tutte le parti interessate “metteranno in atto le misure precedentemente concordate”.

Parlando in conferenza stampa Peskov ha detto che “gli accordi sul Mar Nero hanno cessato di essere in vigore oggi stesso”. Secondo il portavoce del Cremlino, “non appena le condizioni russe saranno soddisfatte, la Federazione Russa ritornerà all’accordo, ma al momento l’accordo sul grano è giunto a un binario morto”.

Peskov ha sottolineato poi come gli altri firmatari non abbiano, secondo Mosca, ancora rispettato alcun punto dell’accordo nei confronti della Russia.

La portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha dichiarato che Mosca ha notificato ufficialmente a Turchia, Ucraina e l’ONU che non rinnoverà l’intesa.

Lo scorso Giovedì, il presidente russo Vladimir Putin ha avvertito che Mosca avrebbe “sospeso la partecipazione a questo accordo, a meno che le sue esportazioni di alimenti e fertilizzanti non fossero state sbloccate”. Ha infine descritto l’accordo come “una presa in giro unilaterale fin dall’inizio”, aggiungendo che “non è stato raggiunto alcun obiettivo legato agli interessi della Federazione Russa”. Putin ha poi sottolineato come, nonostante questo fatto, il suo paese avesse comunque esteso l’accordo numerose volte nel corso dell’ultimo anno.

Formalmente noto come Black Sea Initiative, l’accordo tra Mosca e Kiev è stato mediato dall’ONU e dalla Turchia l’estate scorsa. Insieme all’accordo vi era un memorandum tra Russia e ONU mirato a facilitare le esportazioni agricole russe senza ostacoli.

Il documento, tra le altre cose, prevedeva l’ammissione del principale istituto di credito agricolo russo, la Rosselkhozbank, nel sistema di pagamento SWIFT, nonché la possibilità di consegnare pezzi di ricambio per macchinari agricoli, la risoluzione di questioni assicurative e logistiche e lo “sbloccamento” degli asset russi.

Secondo la ricostruzione della propaganda di Mosca, sebbene l’accordo fosse stato inizialmente presentato come un meccanismo per evitare la carestia nelle nazioni più povere, la stragrande maggioranza del grano ucraino esportato nell’ambito dell’accordo sarebbe invece finito in Europa.