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Espulsa per la guerra, la Russia vuole rientrare in Consiglio Onu per i diritti umani

In vista del voto in programma per il mese prossimo, la Russia sta facendo campagna con i paesi membri delle Nazioni Unite per ottenerne l’appoggio in sede di rinnovo del Consiglio dei diritti umani dell’Onu. Espulsa dall’organo sussidiario dell’Assemblea Generale ad aprile dello scorso anno, dopo l’invasione dell’Ucraina, Mosca punta ora a farsi rieleggere all’interno dell’organismo con sede a Ginevra composto da 47 Stati, eletti per tre anni a scrutinio segreto dall’Assemblea a maggioranza dei suoi membri.  A darne notizia è la Bbc, che ha ottenuto copia di un ‘position paper’ che la Russia sta facendo circolare tra i paesi membri dell’Onu chiedendone l’appoggio. Nel documento, Mosca promette di “individuare soluzioni adeguate a risolvere i problemi dei diritti umani” e si propone di impedire che il Consiglio di trasformi “in uno strumento al servizio della volontà politica di un gruppo di paesi”. Il voto è previsto per il 10 ottobre, e si svolgerà nel rispetto del principio dell’equa ripartizione geografica, che vede la Russia in competizione con Albania e Bulgaria per i due seggi riservati ai paesi dell’Europa centrale ed orientale. Lunedì davanti allo stesso Consiglio sono state presentate prove di abusi dei diritti umani raccolte a carico della Russia dalla Commissione di inchiesta che opera in Ucraina. Erik Mose, capo della commissione, ha parlato di prove di crimini di guerra inclusi tortura, stupri, attacchi ai civili.