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ONU: contraddizioni per i diritti delle donne

Il Forum delle Nazioni Unite sui diritti delle donne verrà guidato dall’Arabia Saudita, ma solo in pochi sembrano accorgersi delle terribili contraddizioni che caratterizzano questa scelta (solo formale).

Intanto, è necessario sottolineare che il mandato è stato forzosamente tolto alle Filippine, un anno in anticipo, per essere dato all’Arabia Saudita. Cambiare l’immagine che il mondo ha sulla politica di parità di genere portata avanti da Riyadh: ecco perché tanta fretta e tanta pressione affinché il Forum sia diretto proprio dal Paese in cui, tutti sono convinti, i diritti delle donne siano l’ultima delle marginalità. Ma non si tratta soltanto di pensiero comune.

A confermarlo è Amnesty International, che mette in luce le mille contraddizioni di questa scelta dettata da ben altri interessi rispetto a quello di portare avanti un Forum proficuo. Perché presiedere le Nazioni Unite significa essere responsabili che le decisioni prese vengano rispettate e tenute in considerazione in tutti i Paesi: un lavoro da meritare, così come è stato per le Filippine.

Sri Lanka e Filippine sono gli unici due Paesi asiatici tra le prime 20 posizioni nella classifica mondiale per la lotta alle disparità di genere. Nello specifico, le Filippine hanno definitivamente chiuso il divario di genere sia nell’istruzione che nella sanità: il primo Paese ad aver raggiunto questo traguardo in Asia, uno dei pochi ad averlo fatto in tutto il mondo. Per dare un’idea: l’Italia si posiziona 79esima su 143 Paesi; al netto dei 36 paesi europei in classifica, siamo 30esimi. Se non ce lo meritiamo noi di dirigere il Forum, non se lo merita neanche l’Arabia Saudita dal suo lontanissimo 141esimo posto in classifica.

Amnesty si appella alla bozza del codice penale (l’Arabia Saudita non ne ha mai avuto uno, il che ha permesso loro di violare diritti umani indisturbati) trapelata recentemente: un Paese che non riconosce la violenza coniugale come crimine né, tantomeno, punisce quelli che, in Italia, avremmo definito (ormai nel 1981) “crimini d’onore”, non è adatto a presiedere il Forum, neanche se è stato l’unico candidato e nessuno si è opposto alla sua nomina.

Certo: dal 2018 le donne possono finalmente guidare e dal 2021 possono vivere da sole senza un uomo in casa. Ma questo non abbatte il sistema del “guardiano legale” (che prende decisioni al posto loro in fatto di vita coniugale, patrimonio, custodia dei figli) né le protegge dalla violenza di genere. E ancora, non permette loro di esprimersi liberamente sulle condizioni che vivono giornalmente: lo sanno le attiviste rinchiuse in carcere che Riyadh dovrà liberare per dimostrarsi davvero meritevole del ruolo a tutto il mondo, o il suo “sforzo” sarà stato vano.  

di Alice Franceschi