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Coordinate della guerra ibrida russa nella Repubblica di Moldavia

In sostanza, la guerra ibrida sviluppata dalla Federazione Russa nella Repubblica di Moldavia, negli ultimi anni ma anche attualmente, mira a dirottare l’orientamento filo-occidentale di questo paese, risultante dalla volontà della maggioranza dei cittadini moldavi. Nel contesto della guerra in Ucraina, la propaganda e la disinformazione coordinate da Mosca hanno raggiunto livelli elevatissimi, colpendo praticamente l’intero complesso sociale della Repubblica di Moldavia.

Il fenomeno delle “fake news” è, senza dubbio, la forza dominante di questa guerra ibrida che affronta principalmente la componente emozionale, volendo generare un certo tipo di mentalità collettiva, o almeno produrre trasformazioni significative a livello dell’opinione pubblica. Una componente forte della disinformazione russa è stata, subito dopo l’attacco all’Ucraina, nel febbraio 2022, la moltitudine di “fake news” sui rifugiati ucraini arrivati nella Repubblica di Moldavia e ospitati in modo esemplare da questo Paese. Lo scopo principale era quello di generare un sentimento di rifiuto all’interno della società della Repubblica di Moldavia nei confronti di coloro che sono costretti a lasciare le proprie case e località. Parallelamente, gli strumenti di propaganda russi hanno lanciato la tesi secondo cui qualsiasi sostegno agli ucraini e all’Ucraina attirerebbe anche una risposta militare da Mosca. Inoltre, la Federazione Russa ha immediatamente messo in atto il condizionamento energetico della Repubblica di Moldavia, che in realtà significava cortocircuitare la sua fornitura di gas. L’obiettivo era instillare il timore che qualsiasi approccio esterno contrario agli interessi di Mosca causerebbe una grave crisi energetica che colpirebbe profondamente la popolazione.

Mentre la Repubblica di Moldavia faceva passi sempre più importanti verso l’Unione Europea, altre coordinate della guerra ibrida venivano rafforzate. Si è così amplificato un tema ricorrente della propaganda russa nel rapporto con Chisinau, e cioè che avvicinarsi all’Occidente, all’Ue, significherebbe abbandonare la neutralità stabilita dalla Costituzione. Inoltre, l’approccio alla Romania, il principale partner e sostenitore del percorso europeo, è stato ed è classificato dalla disinformazione russa come una rinuncia alla statualità, alla sovranità e all’indipendenza. In via sussidiaria, ma non meno importante, è la “fake news” secondo cui sarebbe imminente l’unione della Repubblica di Moldavia con la Romania.

Nel caso della Repubblica di Moldavia, la guerra ibrida sfrutta anche l’esistenza della popolazione di lingua russa. In questo senso si è cercato di accreditare l’idea che attraverso alcune misure adottate dalle autorità di Chisinau i diritti della popolazione russofona sarebbero stati limitati. Anche in questo registro si intende screditare il governo filoeuropeo che, attraverso le misure di messa al bando delle leve propagandistiche russe, si allontanerebbe completamente dai principi e dai valori democratici. Gli strumenti di propaganda del Cremlino prendono di mira anche l’aspetto identitario della popolazione, estremamente importante nel contesto geopolitico regionale. Vengono lanciate “fake news” con la pretesa di un argomento storico a favore della tesi del Moldovanismo e del cosiddetto progetto della “Grande Moldavia”.

Si può ritenere che lo scopo della guerra ibrida portata avanti nella Repubblica di Moldavia sia quello di generare nella maggioranza dei cittadini la percezione che l’orientamento verso l’Occidente e soprattutto l’adesione all’Unione Europea genereranno grossi problemi nella società, diminuirà il tenore di vita e, ultimo ma non meno importante, devierà lo stile di vita basato sui valori tradizionali e cristiani.

Antoniu Martin, storico e analista politico