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Agostini. Con Hope Campus Roma diventa la capitale europa della conoscenza e dell’innovazione

“La sindacatura romana di un grande europeista quale è Roberto Gualtieri, appena nominato anche Commissario straordinario per il Giubileo, è un’occasione imperdibile per dare alla capitale una seria prospettiva di rilancio del suo enorme potenziale sotto il profilo dell’economia della conoscenza, della cultura produttiva e della grande tradizione industriale avanzata nei settori dell’alta tecnologia, digitale, difesa, sicurezza e energie alternative”. Antonio Agostini, già direttore pro-tempore del Demanio dello Stato e consigliere alla presidenza del consiglio dei ministri, ne è convinto. Roma, in questo momento storico può e deve fare il salto di qualità per diventare una grande capitale di livello internazionale grazie alle immense possibilità offerte dal Pnrr. La capitale d’Italia sicuramente, oggi, vive un periodo negativo dovuto alla situazione dei rifiuti, dell’igiene, della mobilità, della sicurezza e del suo disordine persino cimiteriale. Ma Roma è anche altro. La città eterna presenta un bacino di professionisti e lavoratori di prim’ordine, di un potenziale di impresa e di sviluppo sorprendentemente eccezionale. Cui si aggiunge la naturale vocazione turistico-culturale ma non quella da fast-food. Il salto di qualità, la capitale può farlo con la realizzazione di una Città della conoscenza e dell’innovazione: quel Hope Campus che proprio Agostini ha lanciato mesi fa. “L’oggettiva presenza di rilevanti strutture di ricerca fondamentale ed applicata di prestigiosi enti, pubblici e privati, sulla direttrice sud-est verso Frascati e di centri di produzione di punta sull’adiacente tecnopolo tiburtino, in grado di contare su un bacino di formazione universitaria e specialistica, multipolare e di eccellenza, costituiscono presupposti notevoli per ideare un grande intervento avente ad oggetto la realizzazione di una città della conoscenza e dei servizi avanzati, quale hub fertilizzatore dell’evoluzione urbanistica e socio-economica di una città, che non vuole e non merita di rinunciare al rango di grande Capitale europea e mondiale, perno di una estesa rete di enti ed imprese innovative”, spiega l’alto funzionario. L’area geografica ideale per questo ‘progetto’ resta Tor Vergata che “si presenta come uno dei quadranti urbanistici più rilevanti a livello europeo per potenziale di vocazione allo sviluppo, dove, specie in questo periodo giubilare, poter ambientare hope campus, una grande città della conoscenza, nella quale situare un polo duale dell’innovazione digitale, dell’alta formazione, della ricerca strategica avanzata, in particolare nelle discipline STEM (science, technology, engineering and mathematics) e nei campi dei rischi CBRNNeM (chemical, biological, radiation, nuclear, explotion, narcotics,missile) della logistica innovativa, nonché in discipline funzionali alla crescita e sviluppo delle arti creative, molto utili all’industria cinematografica e audiovisiva”. Quindi, dopo il periodo nero che si sta viviendo a causa del Covid e, anche, la necessità di una sicurezza internazionale nuova, “renderebbe ragionevole ed economicamente meno dispersiva la realizzazione di un compound nel quale poter attestare assetti, capacità e ricerche di carattere duale, ossia d’interesse sia civile, che della formazione specialistica e della sanità militare, inclusa la possibile realizzazione di un politecnico espressivo di una collaborazione interuniversitaria”, spiega Agostini. Inoltre potrebbe trovare ‘posto’ a Tor Vergata anche la mission della SNA come ente di ricerca e innovazione di riferimento per tutta la pubblica amministrazione ed in prospettiva di partenariato di valenza internazionale, nonché ad elevare a livello strategico la conveniente sinergia con il Centro Alti Studi della Difesa e con la Sanità Militare. “Tale insediamento consentirebbe anche una idonea collocazione e sviluppo di un centro operativo digitale in grado di sostenere la realizzazione e funzionamento di diverse piattaforme digitali funzionali alla produzione e fornitura dei nuovi servizi per la pubblica amministrazione previsti dal PNRR e alla specializzazione dei nuovi profili di competenze richiesti dalle riforme della PA”. “Il Presidente Draghi, il Ministro Brunetta e il Sindaco Gualtieri sanno cogliere le grandi idee e avrebbero l’occasione di impiegare in modo intelligente e realmente utile una parte dei fondi del PNRR per Roma Capitale, per la Ricerca, l’Innovazione e per la riqualificazione urbana animano un grande partenariato istituzionale e pubblico-privato di livello internazionale”, conclude Antonio Agostini. Dunque il progetto Hope Campus, il polo della conoscenza e dell’innovazione potrebbe sicuramente far fare questo salto di qualità a Roma e a tutta l’Italia. Ora la palla passa alla politica.