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Mafie, Cartabia: “Criticità in gestione beni confiscati”

Quello della gestione delle aziende e dei beni sequestrati e confiscati rappresenta un “tema complesso”, “che sta particolarmente a cuore a noi tutti”. Lo sottolinea la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, nel videomessaggio inviato a Extralibera, le giornate di “Contromafiecorruzione” promosse dalla rete di Libera. “I dati dicono – premette la guardasigilli – che delle 2.245 aziende attualmente affidate direttamente o indirettamente in gestione allo Stato, sono solo 145 quelle attive. Cioè, il 6,5%. Questa percentuale scende al 4,4% se consideriamo quelle destinate e attive sul mercato sul totale delle aziende confiscate definitivamente: 90 su 1.675. Sono cifre molto esigue, che rivelano una criticità e impongono l’obbligo di individuare risoluzioni adeguate”. “Proprio per iniziare ad affrontare più sistematicamente questo problema – prosegue Cartabia – sarà a brevissimo firmato un protocollo tra ministero della Giustizia e l’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati, per la costituzione di un Osservatorio permanente, volto a monitorare l’intero iter della procedura e seguire da vicino, e in modo tempestivo, anche le delicate fasi della destinazione”.

Secondo la ministra, “molti altri sono gli interventi necessari in questo ambito. L’esperienza sul campo di più uffici giudiziari a suggerirci tra l’altro che si sta diffondendo proficuamente una strategia di ‘controllo terapeutico’ del bene ‘inquinato’, con il ricorso sempre più a percorsi volti a ‘spegnere sul nascere’ il contagio delle organizzazioni criminali. D’altra parte, reputo decisivo potenziare una formazione adeguata di chi è chiamato a gestire i beni e le aziende sequestrate e confiscate. Prevenzione dalle ricadute, promozione di una cultura della sostenibilità, accompagnamento all’autonomia delle aziende sono traguardi importanti, per rinsaldare lo spirito di una norma che mira ad aggredire la ricchezza acquisita in modo illecito, sia da mafiosi sia da corrotti e corruttori, sempre più spesso interconnessi tra loro: coloro cioè che in questo modo tradiscono i valori dello stato di diritto”. “Ma soprattutto – conclude la ministra della Giustizia – perché si inneschi davvero un circuito positivo, occorre una solida alleanza di tutte le istituzioni, di tutti gli attori economici, di tutti i soggetti della società civile che hanno a cuore l’alto valore di questi interventi. Per quanto di mia competenza, sono determinata a portare avanti un lavoro serio su questo fronte, forte anche della vostra forza, forte dell’energia, della passione, della esperienza sul campo e degli stimoli culturali che la grande famiglia di Libera, a cominciare da don Ciotti, non ci fa mai mancare”.