Politica

Pnrr, occasione persa

Piani urbani integrati (Pnrr): un’occasione persa.

I progetti non seguono la missione, non si pongono gli obiettivi richiesti, non porteranno i benefici previsti.

Sono solo “operazioni” per captare finanziamenti.

Piani Urbani Integrati hanno come missione: “l’inclusione e la coesione sociale” e dovrebbero raggiungere i seguenti obiettivi: “migliorare le periferie delle città metropolitane creando nuovi servizi per i cittadini e riqualificando le infrastrutture della logistica, trasformando i territori più vulnerabili in smart city e realtà sostenibili”. Obiettivi che si dovrebbero tradurre nei seguenti benefici: “migliorare la vita dei cittadini, città più verdi, recuperare e ristrutturare strutture esistenti, periferie più sicure, nuovi spazi di socialità”. I piani dovrebbero integrarsi tra loro e avere, se non una visione complessiva della città, almeno un filo conduttore comune.

Nei progetti che riguardano corso Sicilia, San Berillo, piazza Teatro Massimo e piazza Lupo, si evidenzia: una visione anacronistica della città con interventi che aumentano la cementificazione, continuano a congestionare il traffico nel centro storico e propongono uno sviluppo economico/commerciale senza regole. Inoltre, nei piani, sono assenti inclusione e coesione sociale, non si recuperano o ristrutturano strutture esistenti, non si creano nuovi spazi di socialità anzi si chiudono quelli esistenti, non si migliora la qualità della vita dei cittadini; Gli interventi sono scollegati tra loro e non basta colorare di verde i progetti per creare nuovi parchi, così come non bastano illuminazione, panchine, telecamere e fioriere per fare dei piani integrati. Sinistra Italiana ha inviato un documento all’amministrazione, e ai portatori d’interesse, che alleghiamo, in cui illustriamo la nostra visione per dare risposte ai cittadini: spazi sociali luoghi pubblici per lo sport e il tempo libero, bambinopoli ed aree verdi con alberi ad alto fusto. Per finire Democrazia Partecipata – che non è una gentile concessione, ma un obbligo previsto dai bandi – vuol dire decidere ascoltando cittadini e portatori d’interesse, non invitare ad ascoltare decisioni già prese, per nascondere insopportabili imposizioni e una sconcertante approssimazione.