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COVID-19: documenti riservati collegano il potenziale paziente zero al laboratorio di Wuhan

Nuove rivelazioni, attribuite a fonti governative degli Stati Uniti, hanno identificato come paziente zero un ricercatore sul coronavirus presso l’Istituto di Virologia di Wuhan che si ammalò nel novembre 2019.

Secondo documenti declassificati, ottenuti tramite una richiesta del Freedom of Information Act, Ben Hu – uno dei primi ricercatori di Wuhan ad ammalarsi di Covid nell’autunno del 2019 – avrebbe ricevuto fondi dagli Stati Uniti per una rischiosa ricerca sul guadagno di funzione nei coronavirus. Il finanziamento sarebbe avvenuto attraverso tre sovvenzioni per un totale di 41 milioni di dollari elargite da USAID e dall’Istituto Nazionale di Allergia e Malattie Infettive, o NIAID, l’agenzia allora guidata dal dottor Anthony Fauci. Due delle sovvenzioni sono state erogate dal 2014 al 2019. La terza è stata interrotta nel 2020 dal presidente Donald Trump dopo l’epidemia a Wuhan.

Nel Maggio 2021 il Wall Street Journal aveva dato la notizia di come l’intelligence statunitense avesse appreso di tre ricercatori nel laboratorio dell’Istituto di Virologia di Wuhan i quali erano stati ricoverati con sintomi di Covid già nel Novembre 2019, ossia significativamente prima dell’epidemia esplosa dal mercato ittico della città. Tuttavia questa rivelazione ha destato poco impatto sul più ampio dibattito sull’origine della pandemia, anche se invaliderebbe, se confermata, l’affermazione che la pandemia sia originata nel mercato all’ingrosso di pesce di Wuhan, quando il virus sarebbe passato da un animale all’uomo. Ad aggi non è ancora stato identificato alcun animale del genere, ma nuove rivelazioni dei giornalisti Michael Shellenberger e Matt Taibbi, basate su tre fonti governative a conoscenza di un’indagine del Dipartimento di Stato Americano, hanno identificato i tre ricercatori nel laboratorio come Ben Hu, Yu Ping e Yan Zhu. Le sovvenzioni del NIAID e dell’USAID indicano Hu come uno dei beneficiari dei progetti finanziati. Hu è uno dei principali collaboratori di Shi Zhengli, conosciuta nel mondo della virologia come “batwoman” per il suo lavoro di estrazione di campioni di virus dai pipistrelli nelle grotte cinesi. I documenti FOIA sono stati ottenuti per la prima volta nel 2021, ma hanno acquisito nuova rilevanza con la segnalazione del coinvolgimento di Hu.

Anche il Times di Londra ha recentemente riportato nuovi dettagli sull’attività dell’Istituto di Virologia di Wuhan prima della pandemia, citando anch’esso tre documenti trapelati del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Quei rapporti includevano dettagli sulla collaborazione, nei laboratori di Wuhan, con scienziati militari cinesi, confermando quindi ciò che dapprima era stata bollata come una “teoria del complotto”: ovverosia che il virus fosse collegato alla ricerca sulle armi biologiche e batteriologiche. “Prima della pandemia, l’istituto di Wuhan ha frequentemente sperimentato sui coronavirus insieme all’Accademia di Scienze Mediche Militari, un braccio di ricerca dell’Esercito di Liberazione del Popolo”, ha riferito il Times. “Nei documenti pubblicati, gli scienziati militari sono elencati come “collaboratori” dell’Istituto di Microbiologia ed Epidemiologia di Pechino, che è la base dell’accademia militare”.

Gran parte dell’indagine del Times riguarda un virus trovato in una miniera dove i lavoratori si ammalarono nel 2012, causando ricoveri e decessi. Un’altra domanda chiave esplorata dagli investigatori del Dipartimento di Stato riguarda un progetto proposto al Pentagono da Shi e da due collaboratori, Ralph Baric dell’Università della Carolina del Nord e Peter Daszak dell’EcoHealth Alliance. La proposta, presentata all’Agenzia per i Progetti di Ricerca Avanzata della Difesa, o DARPA, prevedeva l’inserimento di un sito di clivaggio furina in un coronavirus. Fu respinta, ma rimane la speculazione sul fatto che alcune ricerche siano state comunque condotte. “Gli investigatori hanno parlato con due ricercatori che lavoravano in un laboratorio statunitense che collaborava con l’istituto di Wuhan al momento dell’epidemia”, ha riferito il Times. “Hanno affermato che gli scienziati di Wuhan avevano inserito siti di clivaggio furina nei virus nel 2019 esattamente come proposto nella richiesta di finanziamento fallita di Daszak a Darpa”. Un elemento chiave di SARS-CoV-2, il virus che causa il Covid-19, è il sito di clivaggio furina (FCS).

“L’importanza del fatto che ‘il paziente zero’ Ben Hu abbia ricevuto finanziamenti statunitensi dall’NIH e dall’USAID nel 2018-2019 è che il supporto dell’NIH e dell’USAID a Hu potrebbe aver finanziato direttamente l’inserimento di sequenze FCS nei coronavirus simili a SARS proposti nella richiesta di sovvenzione DARPA fallita del 2018 di EcoHealth/WIV”, ha affermato il dottor Richard Ebright, biologo molecolare e direttore di laboratorio presso l’Istituto di Microbiologia Waksman. “Proprio come il supporto dell’USAID e dell’NIH a Shi potrebbe aver finanziato l’inserimento di sequenze FCS nei coronavirus simili a SARS proposti nella richiesta di sovvenzione DARPA fallita del 2018 di EcoHealth/WIV”.

Il Congresso ha obbligato il governo degli Stati Uniti a declassificare le informazioni relative all’origine della pandemia e all’Istituto di Virologia di Wuhan questa settimana.